Alla fine si è arreso. Luigi Cioffi, presidente del collegio che dovrà giudicare i fratelli del deputato azzurro Luigi Cesaro, ha presentato al presidente del tribunale di Napoli nord una istanza di astensione. La decisione, anticipata da Repubblica e confermata all’Ansa dallo stesso Cioffi, è arrivata dopo le polemiche suscitate da una sua partecipazione ad una convention di Forza Italia con nell’ottobre scorso. Partecipazione testimoniata da una foto davanti a bandiere di Fi che però secondo il magistrato era stata scattata il giorno dopo la convention.

Cioffi presiede il collegio del processo che vede Aniello e Raffaele Cesaro imputati ed in carcere per concorso esterno in associazione  camorristica. I due sono i fratelli di Luigi Cesaro, detto Giggino ’a Purpetta, candidato al Senato alle prossime politiche proprio con il partito di Berlusconi. Il magistrato ha sempre negato in questi giorni: “Non ho mai preso parte alla convention di Forza Italia ad Ischia, mi sono solo trovato il giorno dopo a prendere un caffè con alcuni amici presso il bar dell’albergo dove si era tenuto il meeting, con le bandiere del partito che ancora non erano state rimosse”. Quella foto, per Cioffi, “non dice ciò che è veramente accaduto. È stata estrapolata per attaccare me e la magistratura. La verità – spiegava – è che io ero ad Ischia presso una casa privata quando si è tenuta la convention, a cui peraltro non ho assolutamente partecipato. Il giorno dopo, ricordo era domenica 15 ottobre – aggiunge – era una bellissima giornata ed ero particolarmente felice perché il Napoli aveva vinto all’Olimpico contro la Roma, ho incontrato degli amici, tra cui uno che aveva preso parte alla convention del giorno prima. Loro mi hanno invitato a prendere un caffè presso il bar dell’albergo lì sono stato fotografato. Le bandiere c’erano, ma forse perché non erano state ancora rimosse. In ogni caso sono sempre stato lontano dalla politica e continuerò a farlo”.

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il Csm haanno avviato gli accertamenti. Repubblica ha poi pubblicato un’altra foto ieri in cui il magistrato era seduto accanto a una donna nella sede della convention vuota. Oggi l’astensione. “Non voglio fare nessun braccio di ferro, la mia vita e la mia carriera sono case di vetro” dice Cioffi all’Ansa. “Ora naturalmente sulla mia istanza deciderà la dottoressa Garzo, presidente del tribunale di Napoli nord. Non ho fatto nulla per cui dovessi astenermi, ma a questo punto il clamore sollevato dalla vicenda mi fa preferire un passo indietro. La campagna mediatica nazionale su questo caso può creare turbamento nei giovani colleghi che sono con me nel collegio. E lo faccio anche per lo scompiglio che si è venuto a creare nella mia famiglia”. Cioffi spiega di aver presentato l’istanza di astensione ai sensi dell’articolo 36 comma 1 lettera H del codice di procedura penale, che prevede l’astensione per “gravi ragioni di convenienza”, rappresentate in tal caso dal clamore sollevato dalla vicenda. “Ma – ripete – nei miei comportamenti non c’è stato nulla di cui mi debba pentire. Nella presidenza del collegio di questo processo nessuno, e sottolineo nessuno, dei miei atti può aver manifestato un qualsiasi tipo di orientamento”. “Sono stato – ricorda – consulente di commissioni parlamentari per quattro anni, dal 2012 al 2016: prima dell’Antimafia, poi della commissione rifiuti. Se avessi voluto fare carriera avrei potuto utilizzare quei contatti con la politica, e non l’ho fatto. Anzi, nel 2016 ho lasciato le consulenze per assumere la presidenza dell’Anm a Napoli nord”.

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