Stop ai ritardatari. Non stiamo parlando di studenti ma di mamme e papà che “dimenticano” i figli a scuola. A Vaprio d’Adda, comune della città metropolitana di Milano, l’amministrazione ha deciso di multare chi non rispetta gli orari: dieci euro a chi sfora entro la prima ora, venti se si va oltre. L’iniziativa è stata presa dalla giunta guidata da Andrea Benvenuto Beretta in totale sinergia con l’istituto comprensivo della città. D’ora in poi chi se la prende con comodo arrivando al cancello della scuola di corsa  dovrà vedersela con il comune. Il sindaco e gli assessori hanno deciso di dar battaglia a chi non ha rispetto del lavoro degli insegnanti e dei genitori che pagano per usufruire di un servizio messo a disposizione dall’amministrazione per chi vuol lasciare i figli a scuola anche dopo le lezioni.

“Dalle 16 alle 18 – spiega il sindaco – organizziamo il servizio post scuola. Chi aderisce paga una quota ed usufruisce di questa opportunità per cinque giorni. Gli altri dovrebbero venire a prendere i figli alle 16 puntuali. Normalmente si tollera un ritardo di quindici minuti al massimo. Noi non possiamo certo abbandonare un minore perciò, nonostante i genitori non abbiano pagato, li affidiamo al post scuola”. Qualcuno nei mesi scorsi ha iniziato ad approfittare della situazione diventando “recidivo”. I richiami bonari dei docenti e del comune sono serviti a poco: i ritardatari cronici non l’hanno capita “con le buone” al punto che il sindaco e la giunta sono stati costretti a passare alla “cattive” maniere.

Dagli uffici del municipio garantiscono che si tratta di un’azione simbolica che non rivoluzionerà le casse comunali ma intanto chi non si presenta a ritirare i figli deve pagare: “Non saremo fiscali ma alla terza volta scatta la sanzione. Capita a tutti di avere un problema ma se si ripete non possiamo restare indifferenti”, chiarisce Andrea Benvenuto Beretta. Saranno i collaboratori scolastici a segnalare i “recidivi” che saranno poi contattati dal comune. L’idea della giunta di Vaprio d’Adda in realtà è già stata messa in atto lo scorso anno in Veneto dal sindaco leghista di San Vendemiano, Guido Dussin. Per sorvegliare i piccoli, le maestre del nido comunale dovevano rimjanere al lavoro anche fuori dall’orario coperto dal loro stipendio. Per questo l’amministrazione aveva deciso che entro i 29 minuti di ritardo fosse applicata una sanzione di dieci euro; dopo la prima mezz’ora venti euro di multa, oltre un’ora 40 euro. Il pugno di ferro contro i ritardatari nel 2016 l’aveva preso anche il parroco di Cadoneghe che gestisce con un comitato la materna paritaria Pio X: multe da cinque euro al giorno ai genitori ritardatari.

Risultato? A Cadoneghe le cattive abitudini sono state cancellate e a San Vendemiano è tutto rientrato. Far metter mano al portafoglio ha funzionato: “Si sono abituati presto ad arrivare in orario – dice il primo cittadino del comune veneto – Non c’è stato più nessun ritardatario, questione di correttezza. Non possiamo obbligare gli insegnanti a restare a scuola per una mamma o un papà che arrivano sempre fuori orario”.

Articolo Precedente

Università e ‘laureifici’, non sarebbe più dignitoso andare a lavorare?

next
Articolo Successivo

Giornata della Memoria, non solo parole. Portiamo i nostri bambini nei luoghi della Shoah

next