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Vaccini, Di Maio ribadisce la linea M5s: “Sì alla raccomandazione. Obbligo? Come era prima del decreto Lorenzin”

Il candidato premier, ospite a Un Giorno da Pecora su Rai Radio Uno, ha ripetuto che se i 5 stelle andranno al governo cambieranno la legge Lorenzin: "Noi intendiamo l'obbligo come era prima del decreto". Poi l'attacco al centrodestra: "Dopo la frase di Fontana sulla razza bianca, se loro sono i moderati allora io sono Gandhi"
Vaccini, Di Maio ribadisce la linea M5s: “Sì alla raccomandazione. Obbligo? Come era prima del decreto Lorenzin”
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“Noi faremo una legge sulla raccomandazione dei vaccini, noi siamo a favore della raccomandazione. Obbligo? Noi lo intendiamo come era prima del decreto Lorenzin”, quindi “restano i 4 vaccini che erano già obbligatori” . Luigi Di Maio ribadisce che se il M5s andrà al governo cambierà la legge sull’obbligatorietà dei vaccini. Il candidato premier lo ha annunciato a Un Giorno da Pecora su Rai Radio Uno, ripetendo qual è la linea del Movimento sull’argomento. Una linea cominciata con il “no” alla legge approvata dalla Camera il 28 luglio scorso. Aveva votato contro pure la Lega e appena cinque giorni fa anche Matteo Salvini aveva annunciato la sua posizione: “Vaccini sì, obbligo no”.

“Salvini le spara ogni giorno, ma alla fine è Berlusconi che comanda in casa loro”, ha però sostenuto Di Maio in radio, alludendo alla replica di Forza Italia alle parole del segretario del Caroccio. “Abolizione dei vaccini? Non credo proprio”, aveva risposto Paolo Romani. Gli attacchi del candidato premier al centrodestra continuano passando a Silvio Berlusconi e al suo intervento da Barbara D’Urso. “Ha detto che siamo peggio dei post-comunisti, che loro sono moderati e noi estremisti – ha ricordato Di Maio – ma dopo la frase di Fontana sulla razza bianca siamo sicuri che sono loro i moderati? Se loro sono moderati allora io sono Gandhi“. Sulle parole pronunciate a Radio Padania Libera da Attilio Fontana, candidato alla presidenza della Regione Lombardia per il centrodestra, Di Maio ha poi aggiunto: “Vogliamo sapere se resta il loro candidato”.

Un Giorno da Pecora viene chiesto al candidato premier del M5s anche della possibile alleanza con Liberi e uguali, causa di divergenze tra Pietro Grasso e Laura Boldrini. “Ho visto che discutono, ma sono questioni loro interne – ha commentato Di Maio – questi discorsi sulle alleanze sono prematuri perché non sappiamo ora quali saranno le consistenze dei partiti, non sappiamo quanti saranno i parlamentari eletti in ciascun gruppo”. L’altro tema è l’euro, già affrontato in tv ospite da Bruno Vespa. Anche a Rai Radio Uno Di Maio ribasce che ora non ci sono più governi forti in Germania e in Francia, quindi “l’Italia può contare di più e andare ai tavoli pretendendo di più”. “Cambia lo scenario e cambia la nostra posizione – ha spiegato – e poi l’euro non è una religione: ci sono regole che possono cambiare”.

Sulla dichiarazione di Di Maio in merito all’obbligatorietà dei vaccini è arrivata poi la risposta di Beatrice Lorenzin: “Di Maio come Salvini: sui vaccini, come su tutto il resto, il populismo parla la stessa lingua”, ha scritto in un tweet il ministro della Salute, candidata e leader di Civica Popolare.

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