Prima no, dopo si e poi di nuovo no. Nonostante abbia visto il suo nome pubblicato e proclamato nei verbali della Cassazione, il candidato calabrese di Fratelli d’Italia Fausto Orsomarso è fuori dal Parlamento. Lo ha deciso il secondo riconteggio dalla Corte d’Appello di Catanzaro che riassegna il seggio alla candidata di Forza Italia Maria Tripodi la quale, da una prima verifica, se l’era visto sfilare a favore dell’esponente del partito della Meloni. Chi di casacca ferisce, di Rosatellum perisce.

Solo che a morire, politicamente, in questa tornata elettorale non è Fausto Orsomarso, che sicuramente è rimasto male (“Dalla Patria del diritto alla Repubblica delle banane” è il suo commento a caldo) ma che tuttavia per un altro anno e mezzo continuerà a sedere tra i banchi del Consiglio regionale della Calabria. Il più danneggiato dalla nuova riassegnazione dei seggi è Giacomo Mancini, il suo ex compagno di partito che sarebbe entrato al suo posto a Palazzo Campanella come primo dei non eletti alle regionali del 2014 quando insieme erano candidati nella lista di Forza Italia. Nipote omonimo del più noto ministro socialista ed ex sindaco della città di Cosenza, Mancini è un politico per “discendenza”: nel 2001 era stato eletto alla Camera con i Ds e nel 2006 con la “Rosa nel pugno”.

Diversi anni di militanza nel centrodestra hanno rappresentato la parentesi chiusa con il ritorno al centrosinistra, alla corte di Denis Verdini che lo ha imposto come candidato alle politiche del 4 marzo. Il suo destino politico era, però, legato al secondo seggio che in Calabria stava per essere assegnato al partito di Giorgia Meloni. Come per Orsomarso, anche per lui: prima no, dopo si e poi di nuovo no.

Il gioco degli incastri, Mancini l’aveva studiato bene e, nonostante sia stato candidato dal Partito democratico perdendo nel collegio di Cosenza alla Camera, grazie ai voti raccolti da Fratelli d’Italia fino a ieri sarebbe entrato in Consiglio regionale grazie all’elezione dell’aspirante deputato Fausto Orsomarso. Per il giovane “vecchio” della politica cosentina sarebbe stato un ritorno. Ma sempre in maggioranza. Dopo aver fatto, in quota Forza Italia, l’assessore regionale al Bilancio nella giunta dell’ex governatore Giuseppe Scopelliti (centrodestra), infatti, questa volta avrebbe sostenuto il presidente della Regione Mario Oliverio (Pd) portando in dote i suoi “7mila voti personali” che, per poco, nel 2014 non gli avevano consentito di essere eletto nelle file del centrodestra. Una poltrona che la decisione della Corte d’Appello di Catanzaro adesso restituisce a Fausto Orsomarso.

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