Una donna assassinata con una serie di colpi di arma da fuoco. E probabilmente perché è stata utilizzata come scudo umano da quello che era il vero obiettivo dell’agguato: un giovane con precedenti penali per spaccio di droga che ha subito la perforazione di un polmone, ma non è in pericolo di vita. È una storia ancora tutta da chiarire quella andata in scena a Bitonto, in provincia di Bari, alle prime ore del mattino. Ma secondo le prime ipotesi della procura antimafia barese, il movente sarebbe da ricercare in conflitti per lo smercio di sostanze stupefacenti.

Intorno alle 7 e mezza, a Porta Robustina, all’ingresso del centro storico, una serie di colpi di arma da fuoco sono stati sparati da una o più persone non ancora identificate. L’obiettivo della missione di morte? Giuseppe Casadibari, un ventenne con precedenti rimasto ferito alla clavicola e al torace e considerato vicino al clan Conte. A rimanere sull’asfalto, invece il cadavere di Anna Rosa Tarantino, 84 anni, colpita più volte da quelli che potrebbero essere proiettili esplosi da una mitraglietta.

Gli investigatori non escludono che la donna sia stata usata dal giovane come scudo, per difendersi dai proiettili sparati dal commando. L’anziana, ferita durante la sparatoria, è morta in ambulanza poco prima dell’arrivo nell’ospedale San Paolo di Bari. Una decina i colpi sparati in strada. Il cadavere della donna e il ferito sono stati trovati in luoghi non vicini. Sull’episodio indagano gli uomini della polizia e dei carabinieri, che stanno vagliando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona per provare a tracciare i movimenti dei killer.

Anche perché, poco prima dell’agguato, altri colpi di arma da fuoco sono stati sparati contro l’abitazione di un esponente di spicco della criminalità bitontina, in via Pertini. Inoltre, dopo circa 20 minuti dai colpi di arma da fuoco che hanno ucciso la donna e ferito il ventenne pregiudicato, è stato poi inspiegabilmente ucciso, a colpi di pistola, un cane: l’episodio è avvenuto nei pressi della stazione dei carabinieri, in un quartiere ad alta densità di case popolari e dove risiedono esponenti di un altro clan.

E tutto sembrerebbe collegato. Dalle indagini di carabinieri e squadra mobile, coordinate dal pm antimafia Ettore Cardinali e dal collega della procura ordinaria Marco D’Agostino, l’agguato sarebbe una risposta ai colpi di pistola sparati all’alba contro l’abitazione di un pregiudicato del clan rivale a quello al quale apparterrebbe Casadibari. Nel corso dei controlli avvenuti dopo l’agguato, i militari hanno trovato porte blindate per impedire l’accesso ai tetti dove veniva nascosta la droga in alcune palazzine di via Sandro Pertini, lì dove sono stati sparati colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione di uno dei componenti di un noto clan cittadino. L’intervento dei vigili del fuoco ha permesso l’abbattimento delle porte e su un tetto, all’interno di un manufatto di uso comune, i carabinieri hanno scoperto un nascondiglio di sostanze stupefacenti. In particolare i militari hanno rinvenuto e sequestrato marijuana, cocaina e hashish, suddivisa in parte in dosi, 4mila euro, numerosi bilancini di precisione e materiale vario destinato al confezionamento della droga.

Il sindaco di Bitonto, Michele Abatticchio, ha proclamato il lutto cittadino nel giorno dei funerali della vittima dell’agguato e annullato tutte le manifestazioni natalizie e di fine anno in programma fino al 7 gennaio. Si tratta – scrive il primo cittadino – di una decisione “doverosa per condannare senza alcuna attenuante un fatto di una gravità assoluta, che macchia in modo infame tutta la comunità. In giorni tradizionalmente riservati alla spensieratezza e alla pace la città piomba in un clima surreale di violenza, che merita una risposta ferma e risoluta da parte dell’intera collettività”. Il 2 gennaio, invece, i sindaci dei comuni della Città Metropolitana di Bari si ritroveranno a Bitonto in piazza Moro alle ore 19 per una manifestazione di solidarietà alla comunità cittadina.

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