Quelle girate dalle telecamere montate sulla nave di Sea Watch sono immagini forti. E confermerebbero quanto già riportato dalla ong tedesca sull’incidente costato la vita a una cinquantina di migranti e sulle responsabilità della Guardia costiera libica, evidenziate anche da un elicottero della nostra Marina Militare che ha sorvegliato le operazioni avvenute a circa 30 miglia dalle coste libiche, quindi in acque internazionali dove, specifica la ong, “la Guardia costiera libica non esercita alcuna sovranità”. Sea Watch, inviata sul posto dal Centro di coordinamento di Roma, ha unito tutte le immagini delle telecamere montate sulla sua imbarcazione. Il risultato è un filmato di 30 minuti (QUI la versione integrale) che lascia poco spazio all’immaginazione, se non per domandarsi cosa sarebbe potuto accadere senza la presenza della ong e dell’elicottero italiano.
Sono tre i momenti salienti del filmato: i miliziani presenti sulla motovedetta libica fanno in modo che un uomo che cerca di salire a bordo su una scaletta cada di nuovo in mare. Poi ci sono i maltrattamenti subiti dai migranti accovacciati sul ponte dell’imbarcazione tripolina. Verso la fine del video, poi, si vede ancora un uomo aggrapparsi alla scaletta della motovedetta libica, che nonostante la sua presenza parte e prende velocità. L’elicottero italiano la insegue e intima ai libici di fermarsi. Cosa che non accade, né è possibile sapere se il migrante aggrappato all’esterno dell’imbarcazione sia sopravvissuto. Con tutta probabilità non è così. Le testimonianze sono state raccolte dalla magistratura ragusana che deciderà se aprire un’inchiesta sui fatti, costati la vita a 50 persone.
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