“Questi sono palazzi comunali. E sotto ci sono i negozi dove da 30, 20, 15 anni ci abitano le persone. La gente li ha occupati, ha levato le serrande, fatto muri e finestre e ci si è messa dentro”. Samanta vive in via delle Azzorre, a Ostia, litorale romano, in un negozio occupato da lei e dalla sua famiglia ormai da decenni. “Qui ci sono bambini, anziani, gente con problemi di salute. E nessuno che venga mai a vedere la situazione”, racconta. “Qui non è mai venuto nessuno”, le fa eco Patrizia. Anche lei vive qui con il marito Nando, 77 anni, e con i figli, minorenni all’epoca in cui la famiglia ha occupato il locale nel 1996. “Anzi, se viene qualcuno li caccio a calci nel sedere”, dice Samanta. “Qui si è vista solo CasaPound. Solo loro ci hanno aiutato: con la distribuzione dei pacchi alimentari, ad esempio. Abbiamo anche occupato insieme il municipio l’anno scorso. Volevamo fare soltanto chiedere quale criterio avessero utilizzato per assegnare una casa a una famiglia rom mentre ci sono gli italiani che fanno la fame”.

Patrizia e Nando mostrano i medicinali che prendono ogni giorno. Insieme alle comunicazioni di sfratto dell’ufficiale giudiziario – prossima data di esecuzione il 23 gennaio 2018. Mostrano le bollette della luce, “oltre 500 euro a bimestre, perché la tariffa applicata è quella per i locali commerciali”. E i bollettini dell’affitto emessi prima dalla Romeo, poi della Prelios Integra Spa cui Roma Capitale ha affidato la gestione amministrativa e contabile del patrimonio immobiliare. Importi di quasi 800 euro. “Se avessi questi soldi mi cercherei una casa, no?”, dice Patrizia. “Tutto questo è cominciato quando mio marito ha perso il lavoro. Io ho ancora un’occupazione, ma sono malata. E lui è invalido al 100% e con una pensione di 600 euro. Tutti i nostri soldi vanno a coprire queste spese”. Mancano meno di due settimane al ballottaggio e alla sfida tra Giuliana Di Pillo e il M5S – che al primo turno ha portato a casa il primo posto ma anche la perdita di 20mila voti rispetto a giugno dello scorso anno, quando ad essere eletta è stata la sindaca di Roma, Virginia Raggi – e il centrodestra guidato da Monica Picca, candidata scelta da Giorgia Meloni. Un primo turno che vede, come noto, l’estrema destra di CasaPound entrare in municipio con un consigliere – esattamente come porta un consigliere in municipio la lista Laboratorio Civico X guidata dall’ex vice parroco Don Franco De Donno, promotrice della marcia per la legalità indetta dopo l’aggressione di Roberto Spada a un giornalista e un operatore Rai (video)- e arrivare quasi al 10%.

Ma tra l’Idroscalo e via delle Azzorre, il candidato di estrema destra ha toccato punte del il 14%, contro il 9% su base municipale. Era il risultato a cui puntavano, quello annunciato in ogni occasione dal candidato presidente Luca Marsella prima del voto. E CasaPound parteciperà anche alle elezioni regionali con un suo uomo, Mauro Antonini, già responsabile del movimento per il Lazio. “È il primo passo. Il prossimo sarà entrare in Parlamento”, dicono Marsella e il vicepresidente di CasaPound Simone Di Stefano. Proprio su CasaPound si addensano in queste ore le polemiche, dopo la diffusione del video in cui l’inviato della trasmissione Nemo, Daniele Piervincenzi e il filmmaker Edoardo Anselmi vengono aggrediti dal membro della famiglia Spada, nota per le inchieste giudiziarie. Piervincenzi e Anselmi erano davanti alla palestra gestita da Spada per chiedergli un commento sul suo sostegno a CasaPound, adesione dichiarata sul suo profilo Facebook a pochi giorni dalle elezioni

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