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Gallipoli, un imprenditore si autodenuncia: “Nel mio locale ogni sera 6000 persone e la capienza è di 2000. Quando ci scapperà il morto andremo tutti a casa”

Toffi, che è proprietario del 20% delle quote del locale, afferma di non avere nessun potere decisionale, visto che il 60% è in mano a una società: “In quanto socio di minoranza sono escluso da ogni decisione e non ho alcun potere”

di F. Q.

Alessandro Toffi, uno dei titolari della discoteca Praja di Gallipoli, si è autodenunciato alle forze dell’ordine perché i suoi soci non rispetterebbero la capienza del locale. A darne notizia è stata la Gazzetta del Mezzogiorno: “La Praja – afferma Toffi – ha una capienza certificata di 2000 persone. Quindi uscite di sicurezza, sistema antincendio e vie di fuga autorizzati per 2000 persone. Ogni notte i miei soci ne mettono dentro 5.000-6.000. Stessa cosa fa la discoteca Cave. Ho scritto pochi giorni fa una pec a tutte le istituzioni in cui segnalavo i grossi pericoli che ogni notte corriamo nel continuare ad ammassare ragazzi uno sull’altro all’interno delle mura della Praja”. Toffi, che è proprietario del 20% delle quote del locale, afferma di non avere nessun potere decisionale, visto che il 60% è in mano a una società: “In quanto socio di minoranza sono escluso da ogni decisione e non ho alcun potere”.

Il gesto di Toffi sembra mirare a un obiettivo più ampio, che coinvolge tutto il comparto turistico di una delle mete più apprezzate del Salento: “Gallipoli è senza speranza. Sono qui dal 2008 come imprenditore – ha detto alla Gazzetta del Mezzogiorno – e conosco tutto ciò che ruota attorno al business delle discoteche. Il turismo ogni anno scende di qualità e di età, l’illegalità regna sovrana. Quando ci scapperà il morto andremo tutti a casa”.

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