Dalla “spiaggia di Guardia rovente” d’inizio anni ‘80, alle “canzoni contro la paura da cantare a squarciagola” con il suo pubblico. Dai primi concerti nelle province calabresi ai sold out nei club e nei teatri più famosi d’Italia, come l’Alcatraz di Milano, l’Atlantico di Roma, l’Estragon di Bologna. La verità – per dirla con le sue parole – è che Dario Brunori, cantautore cosentino in arte Brunori Sas, giunto al suo quarto album “A casa tutto bene”, si è imposto di diritto, e con qualità, nel panorama cantautorale italiano, diventando il nuovo fenomeno di punta. E i suoi fan lo seguono ovunque, da sud a nord. Chi va ai concerti con la sua sagoma di cartone, riciclata da qualche manifesto, chi porta con sé i propri figli piccoli e chi da giovanissimo, si fa accompagnare ai suoi live dai genitori. Perché in fondo Dario Brunori canta a tutte le età o, come affermano i suoi fan: “Ci racconta, parla di noi senza conoscerci, il bello è questo”. Noi abbiamo deciso raccontare questo nuovo cantautore confondendoci proprio tra i suoi supporter e seguendo alcune tappe del tour invernale tra Milano, Roma e Cosenza.

E Brunori – che ha iniziato cantando brani più autobiografici o le storie di emigrazione dei “Poveri Cristi” – e che adesso canta pezzi di grande attualità come “L’uomo nero” e “Don Abbondio”, ci ha spiegato: “Io non voglio indicare alla gente la strada col dito, ma utilizzare le mie canzoni per dire a chi mi segue, fermiamoci un attimo e riscopriamo insieme l’umanità che ci circonda. Il fatto di avere ormai un pubblico più ampio mi fa sentire meno solo e mi dà la conferma che ciò che sto facendo ha una coerenza”.

Il tour “A casa tutto bene” ripartirà il 16 giugno da Padova. 

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