Sfida finale per l’Eliseo tra Emmanuel Macron e Marine Le PenIl superfavorito al ballottaggio è il candidato di En Marche! che al primo turno ha vinto col 24,01% dei voti, contro il 21,3% della leader del Front National. Se le prime proiezioni sono attese alla chiusura dei seggi alle 20, il quotidiano Le Soir dà già Macron in netto vantaggio nei territori d’Oltremare (ex colonie francesi) e nel voto all’estero, in particolare in Stati Uniti e Canada, sottolineando però che si prevedono molte schede bianche o nulle. Si spinge oltre, invece, la radio tv pubblica belga Rtbf che, secondo “4 istituti” dà l’ex ministro dell’Economia tra il 62 e il 67% dei voti. Le Pen sarebbe quindi al di sotto del 40%, la soglia indicata da alcuni osservatori come un buon risultato per il Front National. A preoccupare, però, è il dato di affluenza delle 17: se alle 12 era in lieve ribasso rispetto al primo turno (28,23% contro il 28,54%) cinque ore dopo solo il 65,3% degli aventi diritto ha votato, contro il 69,4% del primo turno e contro il 70,59% del ballottaggio 2012. Secondo Ipsos, inoltre, il dato dell’astensione – previsto in una forbice tra 25% e 27% – se confermato alla chiusura delle urne, è il più alto dal 1969 per un secondo turno. E per la prima volta si assiste a un suo aumento da un turno all’altro.

Nel giorno in cui la Francia elegge il suo presidente, arriva un altro attacco di Jean Marie Le Pen, padre di Marine e fondatore del Front national, alla figlia. “Ha carattere – dice al Sunday Times – non glielo si può negare”, ma per essere presidente della Francia “servono anche altre qualità”. Espulso dal partito proprio da Marine, Le Pen, 88 anni, ne lamenta “l’ingratitudine” e punta semmai sulla nipote 28enne Marion Maréchal-Le Pen. Ma soprattutto sulla pronipote Olympe, 2 anni: “Fra 30 anni sarà lei presidente“. Peraltro il fondatore del Front national si era espresso nei giorni scorsi commentando il dibattito tv tra i due sfidanti al ballottaggio, nel quale lei non era stata “all’altezza”.

I dati sull’affluenza – Non è crollata come si temeva alla vigilia del secondo turno, ma se il dato delle 17 segnala un netto calo rispetto al primo turno: a votare solo il 65,3% degli aventi diritto, mentre al 23 aprile scorso al 69,42%. Nel 2012, alla stessa ora, l’affluenza era stata del 71,96%. Tuttavia, il dato supera quello della precedente volta in cui un candidato dell’estrema destra (in quell’occasione Jean-Marie Le Pen nel 2002) era arrivato al secondo turno, perché il dato era stato del 58,45%. Il dato precedente, quello delle 12, segnalava una tendenza sostanzialmente stabile rispetto al primo turno, ma inferiore alle precedenti elezioni (con l’eccezione del 2002). Nel 2012 (SarkozyHollande) a mezzogiorno votò il 30,66% degli elettori, nel 2007 (Sarkozy-Royal) il 34,11% e nel 2002 (ChiracLe Pen) il 26,19%. Affluenza molto bassa al 19,54% (in calo di 10 punti rispetto al primo punto) nella Seine-Saint-Denis, regione di sinistra dove aveva vinto ampiamente – 15 giorni fa – la sinistra radicale di Jean-Luc Melenchon. Il leader di France Insoumise non ha dato consegne di voto ai suoi elettori, soltanto metà dei quali – stando ai sondaggi – andrebbero a votare per Macron. Poca partecipazione al voto anche in Corsica del Sud (53,6%) e Corsica del Nord ( 56,4%), che due settimane fa votarono a favore di Le Pen.

Sul fronte giudiziario, Le Parisien annuncia che la procura francese ha aperto un’inchiesta sull’atto di pirateria informatica ai danni della campagna elettorale di Macron. L’ipotesi di “accesso fraudolento a un sistema di trattamento informatico dei dati” e per “violazione del segreto della corrispondenza” ed è stata affidata alla sezione frodi informatiche. Nei giorni scorsi ha inoltre sporto denuncia contro Marine Le Pen, accusandola di “falso” e di “diffusione di notizie false destinate ad avere conseguenze sull’esito del voto”. La leader del Fn durante l’ultimo dibattito tv, aveva insinuato che il rivale avesse un conto offshore alle Bahamas.

Jean-Marie Le Pen al Sunday TimesIl padre di Marine conferma di non aver perdonato la figlia per averlo espulso dal partito, pur rivendicando di aver fatto appello a votare per lei. “Quello che mi ha fatto – dice a proposito dell’espulsione – è stata una cosa cattiva, inelegante e ingiusta”. “Non so quale sia stata la ragione, non posso credere sia stato a causa di certi dettagli”, insiste, liquidando con questa parole le sue dichiarazioni negazioniste sull’Olocausto. In ogni caso, racconta d’aver scritto un’email dopo il primo turno alla figlia (“Bene Marine! Il difficile deve ancora venire”) alla quale “lei non ha risposto”. “L’ingratitudine del resto è oggi all’ordine del giorno”, aggiunge, filosofeggiando sul fatto che Marine abbia “ucciso il padre come in un dramma edipico“. Mentre non fa mancare una battuta sul suo cane che avrebbe sbranato il gatto della figlia: “Se un cane lecca le mani alle persone è di Marine, se morde è mio”. Quanto alla nipote Marion, il tono è meno risentito: “anche se deve maturare un po’” per puntare all’Eliseo. Le certezze sono riservate alla figlia di lei, la piccola Olympe.

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