Non è un istituto previsto dalla Costituzione, quello della mozione di sfiducia al singolo ministro. Fu inaugurato al Senato nel 1984, in seguito ad un aggiornamento dei regolamenti di Palazzo Madama, e poi adottata anche dalla Camera due anni più tardi. La sua introduzione si rese necessaria per fare chiarezza su quale fosse l’iter da seguire di fronte alla richiesta, da parte delle opposizioni, di rimuovere un ministro considerato inadeguato, evitando però che la sfiducia ad un solo esponente del governo si traducesse nella caduta dell’intero esecutivo. E allora si decise di estendere alla procedura della sfiducia individuale le stesse regole previste in caso di sfiducia al governo: non solo la votazione palese per appello nominale, ma anche la necessità che la richiesta di voto sia avanzata, con tanto di motivazione, da almeno un decimo dei componenti dell’Assemblea (63 deputati alla Camera e 32 senatori).

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Lotti, Civati: “Mozione di Mdp? Gli scissionisti dell’ultima ora sono i veri protettori del governo Gentiloni”

next
Articolo Successivo

Voucher e appalti, Martina (Pd): “Lavoriamo a decreto per superare referendum”

next