Niente trattativa con i lavoratori e accertamenti del ministero in vista. Queste le ultime novità sul caso Foodora. Con una mail inviata attraverso la newsletter aziendale, i dirigenti della start up tedesca hanno fatto sapere di non essere intenzionati a portare avanti il tavolo di discussione con i propri fattorini, in stato di agitazione da sabato 8 ottobre. Lo hanno reso noto gli stesi rider, con un post pubblicato sulla loro pagina Facebook di riferimento, Deliverance Project. “I responsabili ci comunicano all’ultimo minuto – si legge sul social network – che non si presenteranno in ufficio per l’incontro fissato a mezzogiorno. Dicono che il nostro comunicato non pone le condizioni per una trattativa”. Una decisione che i portavoce dei collaboratori di Foodora, contattati da ilfattoquotidiano.it, ritengono “incomprensibile”. “Siamo ancora intenzionati a voler sederci al tavolo coi vertici dell’azienda – dicono – ma a questo punto non sappiamo cosa fare”. E intanto il ministero del Lavoro sembra intenzionato ad avviare degli accertamenti sulla vicenda.

La rottura delle trattative è arrivata dopo un crescendo di tensioni, che però aveva lasciato intravedere anche qualche possibilità di mediazione. Giovedì 13 era il limite posto dai rider a Foodora: “Se entro la fine di quel giorno non accoglieranno almeno in parte le nostre richieste – avevano annunciato lunedì  10 – proseguiremo nella mobilitazione ed estenderemo la protesta anche a Milano. L’azienda tedesca ha però lasciato scadere la scadenza prevista, per poi rispondere, due minuti dopo la mezzanotte, con quella che che i fattorini hanno definito “una provocazione gravissima”. “Foodora si è permessa il lusso di infrangere in modo indecente – hanno scritto i collaboratori in agitazione – questo accordo non inviando alcuna comunicazione e non rispondendo a telefonate e messaggi. Non paga di ciò ha deciso di divulgare a mezzo newsletter aziendale la propria proposta alle ore 00:02″. Una proposta definita “indecente”, formulata dopo l’arrivo in Italia di uno responsabili tedeschi di Foodora Global e i cui contenuti non hanno soddisfatto le istanze dei rider. Foodora si dice pronta ad aumentare il compenso lordo per consegna da 3 a 4 euro lordi, a riorganizzare “le modalità di comunicazione interna per la gestione dei problemi operativi attraverso un sistema di messaggistica dedicato” e ad accelerare “l’introduzione della convenzione per la manutenzione delle biciclette”. Condizioni liquidate dai rider come “inaccettabili oltre che incredibilmente offensive e irrispettose nei confronti di noi tutti”. Ciò che soprattutto non ha convinto i fattorini, è la mancata abolizione del cottimo e del co.co.co. (contratto di collaborazione coordinata e continuativa): punti, questi, che loro ritenevano inderogabili. 

Ciononostante, era rimasta aperta la prospettiva di un incontro tra i portavoce dei rider da un lato e i manager di Foodora Italia, insieme ad un responsabile di Foodora Germania, dall’altra. Avrebbe dovuto svolgersi venerdì a mezzogiorno. Poi, a ridosso dell’orario fissato, la nuova mail in newsletter con cui, di fatto, l’azienda ha annullato la trattativa. “Cari collaboratori – si legge nel messaggio – abbiamo lavorato per cercare di soddisfare quella parte delle vostre richieste che sono per noi, ad oggi, sostenibili senza pregiudicare le possibilità di sviluppo dell’attività nell’interesse di tutti. Prendiamo atto – prosegue la mail – come da vostro comunicato stampa che: ‘non ci sono i presupposti minimi per intavolare una trattativa’”. Anche i fattorini avevano precedentemente minacciato di disertare la riunione: “Se l’azienda non ritirerà le sue proposte – aveva dichiarato Andrea Ruta, uno dei rappresentanti dei rider – non entreremo neppure”.

E ora? “Ci stiamo riunendo in questo memento – rispondono i fattorini – per capire come muoverci”. Una delegazione di rider torinesi, intanto, ha annunciato che si recherà a Milano nel pomeriggio per partecipare all’assemblea con i lavoratori della sede del capoluogo lombardo. Ci sarà anche una “puntata” presso la sede dell’azienda “per stanare i manager che non si sono presentati a Torino”, spiegano i rappresentanti dei fattorini. “L’idea di coinvolgere nella mobilitazione anche i colleghi di Milano – spiegano i portavoce dei lavoratori in agitazione – resta auspicabile. Ma dobbiamo ancora organizzarci”. Tra le prossime iniziative previste, un volantinaggio a Torino e una protesta in centro, in piazza Castello, nel pomeriggio di domenica 16 ottobre.

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