2 – Perché ora quei titoli valgono solo 10 centesimi?
Nel febbraio 2015 è partita l’ispezione della Bce presso la banca, che avrebbe scoperchiato un buco da 1,5 miliardi nei conti. All’assemblea dell’11 aprile di quell’anno, chiamata ad approvare un bilancio in rosso per 758,5 milioni, i vertici pur ostentando ottimismo hanno chiesto di dare il via libera a un taglio del prezzo delle azioni del 23,2%, a 48 euro. A febbraio 2016 il prezzo di recesso per gli azionisti non intenzionati a partecipare all’ennesima ricapitalizzazione – stavolta da quasi 1,5 miliardi – è stato fissato a 6,3 euro. Soldi tra l’altro del tutto virtuali, perché il diritto di recesso era sospeso come consentito dalla riforma. Ad aprile, comunque, si capisce che la portata della débacle per i piccoli soci è molto maggiore: il fondo Atlante, strumento creato ad hoc dagli altri istituti di credito italiani per salvare dal crac la Vicenza e Veneto Banca, sottoscrive l’aumento a 10 centesimi di euro per azione. Gli azionisti perdono quasi il 100% di quanto investito.
3 – Che cosa sono i prestiti “baciati”?
Si tratta della pratica, emersa nel corso dell’ispezione della Banca centrale europea ed evidenziata anche in una relazione dell’audit interno tenuta nascosta dagli ex vertici, di condizionare l’erogazione di prestiti e mutui ai clienti all’acquisto di azioni o obbligazioni convertibili dell’istituto stesso. Una pratica che gonfiava artificialmente il patrimonio di vigilanza della banca e imbottiva i portafogli dei soci di azioni di cui era impossibile disfarsi se non rivendendole alla stessa Popolare, visto che non erano quotate. Alcuni soci, stando alla relazione, come “ricompensa” si vedevano accreditare direttamente sul conto corrente un compenso tra l’1 e l’1,5% del valore delle azioni comprate o ridurre gli interessi. E’ successo alla governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che ha raccontato di averci comunque rimesso 18mila euro. I capi area, secondo il documento dell’audit finito agli atti dell’inchiesta, venivano minacciati di licenziamento nel caso in cui non raggiungessero gli obiettivi di vendita imposti dai vertici.