Una maratona lunga oltre 10 mesi, tra polemiche infuocate e colpi di scena: per il sindaco di Livorno Filippo Nogarin l’approvazione del bilancio 2014 di Aamps, società di gestione dei rifiuti partecipata al 100 per cento dal Comune da tempo al centro di scontri politici e inchieste giudiziarie, è stata una vera e propria corsa a ostacoli. Il taglio del traguardo a novembre 2015 approvando, malgrado il “giudizio negativo” dei sindaci revisori dell’azienda, un bilancio con perdita d’esercizio di 11,7 milioni di euro: “Abbiamo ereditato una situazione drammatica: 20 anni di scelte sbagliate” attacca Nogarin. Sui conti 2014 indaga la Procura di Livorno: ci sono 18 indagati e i magistrati stanno verificando la gestione dell’azienda e le decisioni del socio unico (il Comune) dal 2012 ad oggi. Secondo fonti giudiziarie, proprio l’approvazione del bilancio contro il parere dei revisori è al centro delle contestazioni della Procura al primo cittadino. Vediamo, in ogni caso, come si è arrivati a quella decisione.

“Non approvate quel bilancio”
Il bilancio consuntivo 2014 viene adottato il 28 ottobre 2015 dal cda guidato da Aldo Iacomelli (poi “silurato” tra le polemiche a inizio 2016) e approvato dal socio unico alcuni giorni più tardi. Tutto ciò malgrado il “giudizio negativo” e l’invito del collegio sindacale di Aamps presieduto da Francesco Carpano “a non approvare” l’atto. Lo stesso aveva fatto la giunta Pd quando approvò il consuntivo 2013 malgrado lo stop dei revisori. Il giudizio dei revisori è netto: il bilancio 2014 – si legge nella relazione del collegio del 13 novembre 2015 – “non è conforme alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione”, “non è redatto con chiarezza e non rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico della società per l’esercizio chiuso al 31/12/2014″.

Nel mirino, in particolare, era finita una decisione di Nogarin alla base peraltro della polemica continua tra Cinquestelle e Pd. Cioè la scelta del sindaco M5s di spalmare sulla tariffa Tari – pagata da tutti – 10 milioni di crediti inesigibili Tia relativi al periodo 2006-2012: imposte non riscosse da Aamps da cittadini e aziende morose. Da qui il ritardo nell’approvazione del bilancio. Senza contare che più volte il collegio aveva chiesto al socio unico di “coprire la perdita patita al 31/12/2014 attraverso l’iniezione di nuovi mezzi propri liquidi”. Ma il Comune ha sempre respinto la proposta di trasferire altri fondi comunali all’Aamps.

10 milioni di perdite scomparse
Il progetto di bilancio adottato inizialmente (29 maggio 2015) dal vecchio cda stimava una perdita di 21,3 milioni: secondo il collegio era proprio questo atto a rappresentare in maniera “non veritiera” la situazione. A fine giugno 2015 però – si legge nella relazione sulla gestione di bilancio redatta da Iacomelli – l’amministrazione pentastellata “propone di posticipare l’approvazione del bilancio affinché siano approfonditi i riflessi delle previsioni sulla svalutazione crediti Tia inesigibili” contenute nel decreto legge 78 del giugno 2015 (convertito il 6 agosto). Nogarin deciderà perciò di “ribaltare” i crediti inesigibili Tia sulla tariffa Tari. Una “forzatura” secondo i revisori, anche perché tale norma non viene considerata idonea “a consentire a posteriori una modifica dei criteri di stima di poste contabili”.

Il sindaco Nogarin però controbatte: “Aamps aveva un buco di 21 milioni, un buco determinato per 11 milioni da crediti Tia mai riscossi dai vertici aziendali senza che il socio unico, ovvero il Comune a guida Pd, muovesse un dito per recuperarli”. Poi aggiunge: “Io e Lemmetti abbiamo firmato il bilancio 2014 contro il parere dei revisori dei conti: non lo avessimo fatto l’azienda sarebbe fallita e 300 persone sarebbero finite in mezzo a una strada”.

I “tempi lunghi” per il bilancio
Il collegio sindacale punta il dito anche contro “il lungo tempo trascorso”, cioè 10 mesi, tra la chiusura dell’esercizio (31/12/2014) e l’adozione del bilancio: “L’intervento richiesto, a distanza di oltre dieci mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale, è estraneo, soprattutto per i tempi, all’impianto normativo che disciplina l’iter di approvazione del bilancio”.

Il 26 novembre 2015 intanto Nogarin ufficializza la decisione di ricorrere al concordato preventivo e di abbandonare la strada della ricapitalizzazione che fino a quel momento era stata la sua intenzione: “Il rifinanziamento di Aamps – spiega – mette a dura prova i bilanci futuri dell’ente: al bilancio 2016 del Comune sarebbero necessari tagli per 7,5 milioni di euro, da sommare ai 6 milioni previsti per minori introiti”. Una scelta definita “difficile ma necessaria per evitare una manovra lacrime e sangue“.

Il braccio di ferro tra Carpano e il cda
La tensione tra il collegio sindacale e il cda Aamps non accenna intanto a diminuire. Lo scorso marzo Carpano ha impugnato il bilancio 2014 davanti al tribunale delle imprese, alla Corte d’Appello di Firenze (“atto doveroso”) mentre a metà aprile sporge denuncia contro il nuovo cda, parlando di comportamenti “non corretti, tra i quali l’assunzione dei 33 precari“. Per contro il cda accusa il collegio di aver “fino a oggi adottato un atteggiamento ostruzionistico” e lo ha invitato “a valutare l’opportunità di rassegnare le dimissioni, non sussistendo i presupposti per il sereno esperimento dell’incarico”.

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