GENOVA. È la partita più ambita. Tocca al centrodestra, visto anche che la Regione è guidata da Giovanni Toti. E poi, in fondo, al centrosinistra va bene. Il sindaco Marco Doria punta su Ariel Dello Strologo: l’avvocato, con simpatie nel Pd di Claudio Burlando e molte poltrone pubbliche, sembra però destinato a soccombere. Il favorito era probabilmente Marco Simonetti, vicepresidente di Contship Italia e dello Spezia Calcio di Gabriele Volpi. Ma è morto improvvisamente pochi giorni fa. In pole position ecco Sandro Biasotti, ex governatore della Liguria, deputato di Forza Italia. È indagato per le spese pazze in Regione, ma sembra non importare a nessuno. Non a Toti e neppure al governatore piemontese Sergio Chiamparino che pare avere per lui parole di sostegno. Ma il nodo da sciogliere è anche un altro: Savona, l’arcirivale di Genova, che dovrebbe finire sotto il cappello del capoluogo. Uno schiaffo e soprattutto una poltrona in meno. Proprio in una città dove l’Autorità si era appena costruita una sede nuova fiammante. Risultato? Arriva la proroga. Se ne riparlerà tra tre anni. Forse.

LA SPEZIA-CARRARA. La Spezia è la città di Raffaella Paita (e di suo marito Luigi Merlo, ex presidente del porto di Genova) e di un Pd che magari strizza l’occhio al centrodestra che fu di Luigi Grillo, travolto da tanti scandali. Lorenzo Forcieri, attuale presidente, potrebbe correre come sindaco. Il favorito diventerebbe Francesco Messineo, presidente del porto di Carrara.

LIVORNO. Lascia Giuliano Gallanti. La nomina spetta alla Regione, ma chissà che ruolo giocherà il sindaco M5S: “Stanno tentando di piazzare un altro uomo di partito all’Autorità, un tal Guerrieri”, ha detto Filippo Nogarin riferendosi a Luciano Guerrieri, commissario del porto di Piombino di cui è stato sindaco. Nonché vicino a Silvia Velo (sottosegretario all’Ambiente, Pd). Ma c’è chi indica Pasqualino Monti, oggi a Civitavecchia.

A Genova in pole Sandro Biasotti, ex governatore della Liguria, deputato di Forza Italia. È indagato per spese pazze

CIVITAVECCHIA. Il ministro Graziano Delrio, a inizio febbraio, ha riconfermato il commissario Pasqualino Monti, nominato nel 2011 dall’allora ministro Altero Matteoli. Eppure a fine 2015 una relazione della Corte dei conti, elaborata dal consigliere Claudio Gorelli, ne aveva bocciato la gestione. Non solo. Nei giorni scorsi la Procura di Civitavecchia, pm Lorenzo Del Giudice, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 16 persone, tra queste Pasqualino Monti. La prima contestazione lo vede indagato come presidente dell’Autorità portuale, in concorso con Maurizio Ievolella, segretario dell’Autorità e responsabile della gara per l’affidamento delle opere strategiche per il porto (il prolungamento della darsena), vinta dal raggruppamento di imprese composto da Fincosit spa, Cidonio, CoopSette e Itinera. Il reato contestato è falso ideologico in atti pubblici relativamente all’iter di approvazione di una variante. Ai due viene contestata anche l’attività di gestione dei rifiuti non autorizzata. Monti a ilfattoquotidiano.it ha replicato: “Non c’è stato alcun onere aggiuntivo per l’autorità portuale rispetto al dragaggio superiore che la Procura contesta. L’opera strategica alla quale si fa riferimento è stata finita. Sul reato ambientale io potrei pagare un’oblazione per passarlo a illecito amministrativo, basterebbero 3.200 euro, ma non pago nulla. Non ho commesso reati e lo chiarirò”. Al posto di Monti forse arriverà il comandante della Capitaneria di porto, Giuseppe Tarzia, già nel gabinetto del ministero delle Infrastrutture ai tempi di Burlando e Bersani. Quel centrosinistra all’epoca dalemiano che ha sempre contato molto nel mondo portuale.

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