Attualità

Cruciani vs vegani, l’armageddon del salame

A solidarizzare col giornalista di Radio 24 attaccato da animalisti e vegani per aver cucinato e mangiato un coniglio in diretta è arrivato Luca Bizzarri, il quale ha postato su Facebook una foto di se stesso abbracciato a un salame, accompagnata dall'hashtag #liberosalameinliberostato. Ora, finché non vedrete un mangiatore di arrosticini devastare uno stand della Sagra del Tofu o del Seitan non c'è storia: onnivori battono vegani due a zero. Vivi e lascia mangiare: ode all'arrosticino

Divertissement di Michele Monina

Gli ultimi accadimenti che vedono protagonista Giuseppe Cruciani de La Zanzara li conoscete tutti, tanto se n’è parlato. No, non mi riferisco al fatto che, con la solita simpaticissima verve provocativa abbia messo all’asta la sua verginità anale per duecentomila euro, senza ovviamente trovare un acquirente, quanto al fatto che sia stato aggredito nella sede di Radio 24 da un piccolo ma combattivo gruppo di animalisti e vegani. Avrete anche probabilmente visto le poco onorevoli immagini: lui nascosto dietro le porte che brandisce un salame, manco fosse Re Artù con Excalibur, loro dall’altra parte che lo attaccano e lo insultano, reo di aver superato il limite. Cosa avrebbe fatto di così grave, dopo aver reiteratamente preso di punta vegani e animalisti all’interno del suo programma radiofonico? Cruciani ha addirittura cucinato e mangiato un coniglio in diretta, perché se si vuole provocare tocca farlo come si deve. Risultato, un po’ di spintoni, qualche insulto, forse un po’ troppa paura e quel salame, lì, a fare da vessillo.

crucianiSalame che del resto sta vivendo una sorta di revival nell’ambito della querelle Cruciani vs Vegani. Perché a solidarizzare col simpaticissimo giornalista di Radio 24 è arrivato Luca Bizzarri, il quale ha postato su Facebook una foto di se stesso abbracciato a un salame, accompagnata dall’hashtag #liberosalameinliberostato. Solidarietà al compagno Cruciani, aggiungeva la didascalia: un modo scherzoso per sdrammatizzare una situazione che se ha qualcosa di drammatico ce l’ha involontariamente. Poi c’è la psiche di chi pensa che imporre il proprio credo alimentare sia una missione da portare avanti anche a rischio di affrontare un salame e la denigrazione pubblica che ne consegue.

La foto di Luca Bizzarri è stata prontamente bannata da Zuckerberg, che non si fa scrupolo a mantenere su Facebook gruppi inneggianti al nazismo e all’omofobia, ma non sia mai far passare una foto che, in una mente malata, potrebbe avere un sottofondo erotico (un salame, Cristo Santo, metafora davvero sfumatissima). O, più probabilmente, al social di Mark sono arrivate molte segnalazioni fatte da vegetariani e vegani che chiedevano di rimuovere la “foto oscena”.

Questi dunque i fatti di cronaca recente. Ora, partendo dal presupposto che Giuseppe Cruciani mi sta simpatico come lo spigolo del letto contro il quale ho sbattuto il mignolo del mio piede sinistro stamattina, forse anche un po’ meno, e partendo dal presupposto che l’unica volta che ho avuto a che fare con lui è stata perché lui mi ha inserito in un suo libro, dentro una lista di proscrizione legata al caso Battisti, lista che voleva velatamente invitare al boicottaggio delle mie opere letterarie (in effetti, all’epoca, mi dilettavo nello scrivere biografie di cantanti e immagino che la bio di Eros Ramazzotti fosse da considerare opera eversiva da mettere al bando), detto tutto questo, credo sia il caso di prendere una posizione netta in questa faccenda. E se un qualcuno qualsiasi, anche Cruciani, si trova contrapposto a un gruppo di talebani vegani, beh, non ci sono dubbi da che parte schierarsi, con o senza salame.

Sono da sempre convinto che a tavola, come a letto, ognuno debba poter fare un po’ quel cazzo che gli pare. Vuoi mangiare crudista, fallo, così come se preferisci ingozzarti a ogni pasto, e volendo anche fuori pasto, di Big Mac, sei liberissimo. Il gusto è il tuo e anche la salute, quindi, a meno che il tuo mangiare crudista o il tuo strafarti di junk food non finisca per incidere sulla mia vita, non ho nulla in contrario. E ci mancherebbe pure altro. Per dire, io ho imparato a mangiare le verdure in età adulta, ma non è che di questa cosa facessi un vessillo durante l’adolescenza, né un vanto una volta entrato nel mondo del lavoro. Il problema è che, novantanove volte su cento, chi decide di sposare una filosofia alimentare diversa da quella mainstream, proprio come succede a certi fondamentalisti religiosi, si sente in dovere di indottrinare gli altri. Con le buone o con le cattive.

Ricordo benissimo quando, ormai una decina di anni fa, ho fatto l’esperienza di un viaggio stampa con un vegano che, ogni volta che la comitiva entrava in un ristorante, iniziava a sbraitare a proposito dell’odore di morte che aleggiava nel locale. Ricordo anche la volta che, parlando con Paola Maugeri, conduttrice televisiva che ha fatto del suo essere vegana una professione, le ho fatto notare come avere dentro di noi un animale morto sia decisamente meglio che avere dentro di noi un animale vivo (anche se su questo esistono teorie che sostengono il contrario).

A me piacciono molto gli arrosticini. Ho una suocera abruzzese, di cui ho avuto il piacere di parlare anche nel pezzo sulla Pasqua e Pasquetta coi parenti, che mi ha fatto conoscere e apprezzare questi deliziosi bocconcini di pecora fatti alla griglia. Anche solo a parlarne mi viene letteralmente l’acquolina in bocca. Bene, il fatto che io li apprezzi, in genere, non mi porta a una azione di proselitismo a favore degli arrosticini che vede me nel ruolo di predicatore e il resto del mondo in quelli degli oratori. Me li mangio, e anzi, a meno piacciono meglio è, perché non li devo dividere. Se invece mi capita di avere a che fare con un vegano, e vivendo io a Milano mi capita praticamente tutti i giorni, non c’è volta che non mi tocchi di sentirmi dire come la carne sia cancerogena, di come il latte sia praticamente una sorta di cianuro bianco, di come gli animali soffrono per colpa nostra e noi, di conseguenza, assumendo la carne di chi ha sofferto incameriamo tossine, roba di questo genere. Spesso vengono portate avanti queste discussioni citando anche esperti e dottoroni. Ne ricordo uno, ad esempio, che durante una puntata de Le invasioni barbariche sosteneva la necessità di raffinare la farina direttamente in casa per tramite di una macina portatile (all’epoca vivevo in un bilocale e in effetti mancava giusto una macina per scegliere poi di andare a dormire nel pianerottolo): il nostro è una sorta di talebano del “non mangiare niente”, tanto tutto fa male. Lo guardi, questo illustre dottore, e ti viene voglia andare in pasticceria a farti di qualcosa di grasso e, possibilmente, un po’ nocivo.

Ma esperti a parte, i vegani tendono a non sentire ragioni. Loro pensano che non vada mangiata carne, prodotti derivati dagli animali come i latticini o, più in generale, che non vada arrecato dolore a nessun animale. Il contrario fa di noi, e per noi intendo chi non disdegna di mangiare un po’ di tutto, una sorta di nazisti che godono nel veder soffrire gli animali, le piante e, magari, anche i bambini. Non volendo sconfinare nel loro terreno, in quello dei vegani molesti (perché in effetti ci sono anche i vegani e basta, cioè gente che mangia quel che vuole mangiare senza rompere le palle agli altri), mi guarderò bene dal citare casi di genitori che hanno quasi indotto alla morte i propri bimbi, perché denutriti, né voglio sottolineare certe storture, tipo il fatto di indossare pelle o make up testato su animali, perché, a loro differenza, io non sono fondamentalista, e mi limito a mangiare quel che mi pare.

Voglio però, proprio dopo che per giorni e giorni ho schivato video e foto sui social che mi accusavano di essere un assassino perché a Pasqua avrei mangiato agnello, permettermi di cantare le lodi dell’arrosticino, memore di quando, non più di un paio di anni fa, dalle parti della Maielletta, in Abruzzo, un nutrito gruppo di vegani ha assaltato nella notte gli stand della Sagra dell’Arrosticino, distruggendo tutto. Ecco, finché non vedrete un mangiatore di arrosticini devastare uno stand della Sagra del Tofu o del Seitan non c’è storia: onnivori battono vegani due a zero. Vivi e lascia mangiare che tanto gli animali, quando finiscono nel piatto, sono ormai morti (e spesso anche ben conditi). Una sola domanda mi attanaglia la mente, togliendomi il sonno. Se i vegani hanno attaccato Cruciani per la sua provocazione, perché lo stesso non è accaduto con gli appassionati del sesso anale dopo che il giornalista de La Zanzara aveva messo provocatoriamente in vendita la sua verginità anale. Sarei stato proprio curioso di sapere cosa avrebbe brandito in quel caso Cruciani per difendersi…

Cruciani vs vegani, l’armageddon del salame

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