Torneranno presto in Italia Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, i due dipendenti della Bonatti liberati ieri a Sabrata, in Libia. Con ogni probabilità già nella giornata di domenica, dopo che saranno consegnati dalle autorità di Tripoli ai funzionari italiani. “Lasceranno Sabrata questa sera”, ha scritto in un sms all’Ansa del Cairo il presidente del Consiglio municipale di Sabrata, Hussein al-Zawadi, senza però specificare se la destinazione finale sia già l’Italia. Intanto Rosalba Failla, moglie di Salvatore, uno dei due tecnici ucciso insieme a Fausto Piano, tramite il suo legale Francesco Caroleo Grimaldi, accusa: “Lo Stato italiano ha fallito: la liberazione dei due ostaggi è stata pagata con il sangue di mio marito“.

“Domenica consegneremo i corpi e i due dipendenti all’Italia”
Dopo un susseguirsi di ipotesi e smentite, la conferma del rientro in Italia dei due ostaggi sembra arrivare dal Direttore del dipartimento media stranieri del governo Tripoli, Jamal Zubia, che al telefono con l’Ansa precisa: “Domani andremo a Sabrata per tenere una conferenza stampa e poi consegneremo i corpi e i due italiani già domani”. Zubia ha poi aggiunto: “Un piccolo aereo italiano è arrivato a Sabrata ma non so chi c’era a bordo”. “L’ho saputo da giornalisti”, ha concluso. I due hanno telefonato a casa e scherzato con i familiari. Stando ad alcune fonti, il vero problema è che si trovano ancora in una zona pericolosa. L’unità di crisi della Farnesina lavora per organizzare il loro rientro. La fase più delicata, si apprende, è quella del primo spostamento, da Sabrata, dove sono sotto la protezione della polizia locale, ad un’altra località, per poi spostarsi probabilmente a Malta. Da lì potrebbero volare in sicurezza a Roma. Per questo per il primo spostamento i due, provati ma in buona salute, forse useranno mezzi messi a disposizione dalla stessa Bonatti.

“Sono 228 giorni che viviamo nell’angoscia”
“Sono 228 giorni che viviamo in questa angoscia. Ieri la Farnesina ci ha sempre tenuti informati, il silenzio è d’obbligo, lo sapete”. Queste le parole di Ema, la moglie di Gino Pollicardo dopo avere sentito al telefono il marito. “Non mi aspettavo la telefonata – spiega la donna – mi ha detto di stare calma, che sta bene e che si è fatto prestare il cellulare da un poliziotto. Siamo molto vicini alle altre due famiglie, siamo molto provati”.

A Roma saranno ascoltati dai magistrati
Intanto il capo del Consiglio militare di Sabrata Altaher Algrabli ha fatto sapere che i corpi di Failla e Piano arriveranno oggi a Tripoli dove saranno “terminate le autopsie e le altre procedure”. Sia nel caso di Pollicardo e Calcagno, sia in quello dei due tecnici uccisi, il rientro passerà necessariamente per Roma. Nella capitale, i primi due saranno sentiti dal pm Sergio Colaiocco, che indaga per la procura sulla vicenda. I corpi delle vittime, invece, saranno sottoposti ad esami autoptici presso l’istituto di medicina legale del policlinico Agostino Gemelli.

Autopsia sui corpi per chiarire le cause della morte
L’autopsia sarà necessaria per capire la dinamica dell’omicidio: dalle prime ricostruzioni, l’unica cosa sicura è che Salvatore Failla e Fausto Piano siano morti durante uno spostamento in zona Sabrata, dove c’è stato un violento scontro a fuoco nel quale sono morti anche alcuni dei rapitori. Ma non è chiaro se i due tecnici siano stati giustiziati, usati come scudi umani, o colpiti durante l’attacco dei miliziani al convoglio sul quale viaggiavano. Grazie agli esami, a cominciare da quelli radiologici, sarà possibile escludere due delle tre ipotesi. Subito dopo l’autopsia, i corpi di Failla e Piano potranno tornare rispettivamente a Carlentini, vicino a Siracusa, e a Capoterra, vicino a Cagliari, per i funerali.

Moglie di Failla: “Libia non tocchi il corpo, autopsia in Italia”
Il legale della famiglia Failla, però, fa sentire una voce più critica. “Dopo tante reticenze, segreti e misteri, la famiglia Failla pretende ora delle spiegazioni – dichiara Francesco Caroleo Grimaldi -. Come è stato possibile che appena 24 ore dopo la morte di Salvatore Failla e Fausto Piano siano stati liberati gli altri due connazionali? Al di là della bella notizia legata alla loro liberazione, la famiglia Failla vuole vederci chiaro in questa vicenda e qualcuno dovrà pur darle delle risposte”. L’avvocato spiega che “verrà nominato un consulente tecnico che possa prendere parte all’accertamento medico legale disposto dalla procura di Roma quando saranno riportate in Italia le salme”. “Se lo Stato non è stato capace di riportarmelo vivo – aggiunge la vedova Failla – ora almeno non lo faccia toccare in Libia, non voglio che l’autopsia venga fatta lì”. La moglie del tecnico prosegue affermando che la salma “la stanno trattando come carne da macello. Nessuno, tra questi che stanno esultando per la liberazione ha avuto il coraggio di telefonarmi”. La vedova, attraverso il suo legale, ribadisce: “Voglio che il corpo rientri integro e che l’autopsia venga fatta in Italia”.

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