È il 21 febbraio e la legge sulle unioni civili sta ancora lì, ferma. Non importa chi ha fatto cosa, quali sono le intenzioni di questo e quell’altro. Ho un’opinione anch’io sulla faccenda degli emendamenti. Evitare che l’ostruzionismo vada in porto, con grande soddisfazione della Lega e di chi con lei si oppone alla legge, sarebbe stato meglio. E lì mi fermo perché comunque quel che è fatto è fatto. Ma oggi siamo ancora qui, mentre amici e amiche lgbtq ci ricordano che il tempo è scaduto. Saranno in Piazza a dire che occorre dare ancora una svegliata a tutti quanti perché non c’è più tempo. Allora, che voi siate piccoli o grandi, di partiti o movimenti, al governo o all’opposizione, fatevi sentire. Oggi, su twitter, su facebook, dite che il tempo è finito.

Parlate del perché voterete, appoggerete, approverete la legge sulle unioni civili, stepchild adoption compresa, senza che si ricominci, e parlo anche di certe femministe, per fortuna non tutte, con la solfa delle cattive intenzioni di quest@ e quest’altr@. Senza attacchi alla sfera personale di ciascuno. Senza portare il livello della discussione ancora più in basso, per quanto io sappia che in certi casi c’è chi ha toccato già il fondo. Ci sono ancora loro, le famiglie omogenitoriali, che, giustamente, ribadiscono che non hanno bisogno dell’autorizzazione di nessuno per comporre una famiglia, fare e crescere dei figli. Ci sono donne che non ci stanno ad essere imprigionate entro un binarismo di genere che le obbliga a dirsi madri solo e sempre secondo norme già stabilite da alcun*. C’è della vita che si muove, laggiù, o lassù, dipende dalla prospettiva, e mi piacerebbe che qui si ragionasse sulle cose positive e meravigliose che gli esseri umani possono fare per altri esseri umani.

Supportare una battaglia in cui si rivendicano diritti sacrosanti è una delle mosse possibili. Anzi, sarebbe doveroso farlo. E dico anche a voi del M5S. Riempite le bacheche, le vostre pagine facebook di appelli, invece che continuare la difesa oppositiva e a oltranza contro il Pd. Avete detto che ci siete, dunque siateci. Urlate forte che si tratta di una causa che vi appartiene. È anche roba vostra. Abbiate la forza di mandare a quel paese l’elettorato che si oppone e siate chiari. Oggi. Non domani. Oggi, adesso. Non ho molto altro da dire perché tanta roba l’ho già detta. Mi resta da raccontarvi un aneddoto.

Ieri pomeriggio, in farmacia, una signora anziana compra dei preservativi. Un’altra fa una battuta sulla tarda età e sulla sessualità ancora in vita. Un’altra dice che forse le servirebbe anche il viagra. Lei, con calma e con il sorriso sulle labbra, dice che ospita per il fine settimana il nipote, gay, che ha portato anche il compagno. Quando la tizia stava per andare a fare la spesa aveva chiesto di cosa eventualmente i due ragazzi avessero bisogno. Ridendo le avevano detto che sarebbero stati necessari i preservativi. Lei li prende in parola ed ecco il finale della storia. Se una donna anziana può abituarsi all’idea che il nipote sia gay e faccia sesso con il compagno in casa sua, vorrei capire, perché altre persone, spesso assai più giovani, non riescono a mostrare empatia, accettazione, nei confronti di chi fa scelte diverse? “A me basta che lui sia felice” – dice la nonna, riferendosi al nipote. Così pagò una bella confezione di preservativi, taglia media, e verso casa si incamminò. The End.

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