Tre morti ammazzati in poco più 24 ore. L’ultimo, subito dopo la mezzanotte a Marigliano. La guerra di camorra continua a spargere sangue a Napoli e provincia. E a lasciare per strada cadaveri. Nove dall’inizio dell’anno. I killer sono entrati in azione in località diverse ma per le stesse ragioni: il controllo dello spaccio di droga.

La scorsa notte, davanti al portone di casa, nell’isolato 9 di via Pontecitra, è stato ucciso, con un colpo di pistola al torace, Francesco Esposito, 33 anni, pregiudicato per reati connessi allo spaccio della droga, ricostruisce l’Ansa. Aveva appena citofonato alla moglie per farsi aprire il portone quando il sicario ha premuto il grilletto. La moglie ha sentito nitidamente il colpo d’arma da fuoco. E’ scesa in strada e si è trovata davanti il cadavere del marito.

Secondo le prime ipotesi, formulate dai carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli) a cui sono state affidate le indagini, l’uomo potrebbe essere stato vittima di una guerra tra gruppi criminali emergenti che si stanno contendendo una piazza di spaccio in passato di appannaggio dei clan Mazzarella e Castaldo, ora praticamente azzerati dalla repressione delle forze dell’ordine e della magistratura.

Gli altri due omicidi, invece, sono avvenuti la notte tra giovedì e venerdì scorsi, nei quartieri Miano e Bagnoli di Napoli, poche ore dopo la visita in città del ministro dell’Interno Angelino Alfano.

Il primo dei tre omicidi è avvenuto intorno alle 21 di giovedì, a Miano, dov’è stato ucciso, con alcuni colpi di pistola al volto, un pregiudicato di 24 anni, Giuseppe Calise. Chi ha sparato, questa è la ricostruzione della polizia, lo ha fatto da distanza ravvicinata mentre la vittima era in auto, al telefono con un amico. E’ stato proprio questa persona che, accortasi di quanto era successo, lo ha raggiunto e portato, agonizzante, nell’ospedale San Giovanni Bosco, dove poi è deceduto. Anche in questo caso si sospetta che il 24enne sia stato punito nell’ambito della lotta per il controllo dello spaccio.

Poche ore dall’assassinio di Calise, le pistole della camorra tornano a sparare. Questa volta a Bagnoli. A morire, sotto una raffica di proiettili, è Pasquale Zito, 21 anni, pregiudicato legato da stretti vincoli di parentela con ex appartenenti al clan D’Ausilio. Zito muore tra le braccia del padre, nell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta, colpito da 8 dei 10 colpi sparati dai sicari. Di recente, nella zona, gruppi criminali legati a pregiudicati usciti qualche anno fa dal carcere, stanno mettendo a ferro e fuoco il quartiere per contendersi il controllo dello spaccio e delle estorsioni.

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