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Lo stesso pubblico dei rapper italiani: i bambini

Ovviamente, per una volta tanto, uso il dono della sintesi. Perché Cristina è molto lucida nel parlare del suo passato e del suo presente. Dai Puffi a Lady Oscar, passando per chiunque vi venga in mente, le sigle dei cartoni, in Italia, sono terreno suo. Se ne faccia una ragione Moreno, di cui, ovviamente, preferisce non parlare. Così come non vuole parlare dei giovani rapper che, in qualche modo, condividono con lei parte dei pubblico, quello dei bambini, da Emis Killa a Fedez. Ricordate che qualcuno, tempo fa, paragonò proprio il rapper di Maracanà a lei? Quanto ai concerti, se uno somma gli spettatori paganti ogni anno ai suoi live, solo nel 2015 sei volte all’Alcatraz di Milano, per dire, ci riempirebbe tranquillamente San Siro e l’Olimpico di Roma, come uno dei BIG della canzone italiana. Ma la domanda che mi viene spontanea, anche pensando alla collaborazione con i Gem Boy, band di rock demenziale che dopo averla a lungo parodiata ora si ritrova a dividere spesso il palco con lei, è: mai tentata di cantare altro? “Io ho un grande rispetto per il mio pubblico. Per cui, una volta che mi sono trovata bene in un ambiente, questo, ho deciso di rimanerci, anche nel momento in cui mi veniva proposto altro. Anche oggi che di sigle se ne fanno meno, perché ci sono meno cartoni interessanti, il successo che ha Doraemon mi dice che faccio bene a proseguire. Chiaramente mi piacerebbe osare qualcosa di diverso.”

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