L’Antitrust mette un freno alle ambizioni di Telecom Italia su Metroweb Sviluppo. L’autorità guidata da Giovanni Pitruzzella si è infatti espressa a favore del progetto di sviluppo della banda larga attraverso un “condominio” di operatori senza soggetti in posizioni dominanti. Nel bollettino settimanale, in risposta a una richiesta di parere formulata da Palazzo Chigi, l’authority spezza quindi una lancia a favore del piano che prevede la presenza di una “società assegnataria dei contributi alla quale partecipino una pluralità di operatori attivi nella fornitura di servizi agli utenti finali”. Un simile progetto, che ricalca i desiderata della Cassa depositi e prestiti, si scontra invece con l’aspirazione di Telecom Italia di possedere il 51% di Metroweb sviluppo, società controllata dai fondi F2i e Fondo strategico italiano e candidata a diventare il veicolo per gli investimenti nella banda ultralarga.

La questione non è da poco dal momento che ha un’incidenza anche sul tema dell’assegnazione agli operatori di incentivi e sgravi previsti da decreto Sblocca Italia. Argomento, quest’ultimo, su cui l’autorità rimanda al governo: l’Antitrust evidenzia, infatti, che l’esecutivo dovrà valutare se “limitare all’operatore di rete puro solo le risorse pubbliche per contributi a fondo perduto o anche la concessione di agevolazioni fiscali”. Ma ricorda che “in quest’ultimo caso, probabilmente, andrebbe rivista la bozza del decreto attuativo sul credito d’imposta per gli investimenti in ultrabroadband” in cui è fissata per oggi la data ultima per la prenotazione delle aree di investimento da parte degli operatori.

Difficile immaginare, a questo punto, come si evolveranno le trattative su Metroweb e quale sarà la prossima mossa di Telecom. Finora nel negoziato per l’ingresso dell’ex monopolista nel capitale della futura società delle reti il gruppo guidato da Patuano ha puntato deciso sul pacchetto di controllo. Anche a costo di accettare una sterilizzazione di parte dei diritti di voto. Di certo fin qui Telecom ha guadagnato tempo prezioso per reperire sul mercato risorse fresche con cui sostenere i piani di sviluppo nella fibra. Recentemente la società ha lanciato un’obbligazione convertibile da due miliardi che mette in gioco il 7% del capitale in un momento di evoluzione dei suoi assetti azionari. Vivendi e il suo presidente Vincent Bolloré sono infatti ormai a un passo dall’ingresso nel capitale dell’ex monopolista. Inoltre non è escluso che anche la People’s Bank of China, finora silenzioso socio di Telecom con il 2,08%, voglia in futuro giocare un ruolo più attivo nelle strategie dell’ex monopolista indebitato.

@fiorinacapozzi

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