“Lo scopo era intimidire lo Stato e scendere a patti, perché con la sentenza (del maxi processo di Palermo, ndr) non si erano rispettati i patti con Cosa Nostra“. Così il pentito Luigi Giuliano spiega gli attentati mafiosi del 1992, nell’ambito del processo per la strage del rapido 904, in corso di svolgimento a Firenze. “Era una cosa risaputa – spiega Giuliano – si aspettava la sentenza per fare ciò che era deciso. Compreso Ignazio Salvo, Salvo Lima e l’attentato già in fase preparatoria per il dottor Grasso”. L’udienza odierna si è dovuta interrompere per alcuni minuti a causa delle condizioni di salute del boss Salvatore Riina, unico imputato nel processo. “E’ in sedia a rotelle e fa uso di catetere” ha spiegato la guardia che lo sorveglia. A deporre oggi, anche il pentito Giuseppe Misso, che ha detto, riferendosi alle accuse mosse verso di lui da Luigi Giuliano: “I Giuliano hanno truffato la camorra e adesso stanno truffando lo Stato. Sono dei calunniatori di professione”  di Max Brod

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