L’associazione ProVita affina le sue armi comunicative e realizza uno spot video. L’obiettivo è trasmettere a più utenti possibili quel messaggio che vanno blaterando da tempo: la diffusione nelle scuole della cosiddetta teoria del gender, che secondo l’associazione ultra-cattolica rischia di trasformare i nostri giovani scolari in depravati e spostati sessuali, senza via di scampo.

L’ultima trovata, come dichiarato, serve per raccogliere consensi al fine di promuovere una petizione contro quella programmazione che in realtà vuole combattere nelle scuole, soprattutto in quelle primarie e secondarie, il diffondersi di casi di bullismo omofobico e dare agli studenti maggior consapevolezza della realtà che li circonda.

Nel video di associazione ProVita si vede una famiglia – che stupidamente scimmiotta il modello ‘Mulino bianco’ tanto in voga negli anni ’80 – sconsolata di fronte alla presunto sconvolgimento del figlio che, appena tornato da scuola, si getta tra le braccia del padre per denunciare che qualcuno, in classe, gli ha prospettato un futuro di depravazione e libertinaggio senza freni. Segue un montaggio di immagini di omosessuali e transessuali reali, letteralmente diffamati da una voce fuoricampo che li definisce ‘depravati‘ e dalla psicologia distorta.

Quella sarebbe la conseguenza – secondo ProVita – dell’attività che Unar – l’Unità anti-discriminazione razziale, facente capo al Ministero dell’Interno – ha intenzione di attuare attraverso il progetto “Educare alla diversità”, sulla formazione rivolta ai docenti delle scuole pubbliche e tesa a combattere i fenomeni di bullismo e intolleranza omofobica.

Quindi c’è un errore di fondo commesso in quel video: credere che nelle scuole italiane vengano presto attivati corsi di “educazione sessuale” che portino in seno argomenti quali il gender, l’omosessualità o la transessualità. Nulla di tutto ciò. “Educare alla diversità” vuole infondere ai maestri e ai professori maggior consapevolezza su un rischio che nei nostri istituti è innegabile, ovvero quello della violenza contro chi, agli occhi degli altri, è percepito come un diverso. Questa situazione ha portato qualche anno fa alla terribile stagione dei suicidi, quando alcuni ragazzi, additati come omosessuali, sul web o direttamente in classe, per essere poi discriminati, esclusi dalle attività di gioco e svago, venivano quindi costretti all’ultimo e orribile insano gesto.

L’associazione ProVita mente sapendo di mentire. La sua è solo una mossa propagandistica che in maniera calcolata tenta di generare, nelle famiglie italiane meno informate e consapevoli, un allarme che in realtà non esiste. E questo a che fine? Francamente non ne ho idea; forse il loro obiettivo è quello di alzare i toni, fino magari a premere sul governo e costringere questo Paese a non muovere un dito per combattere l’attuale oscurantismo, dato dalla mancanza di leggi che garantiscano diritti civili per tutti e aprano l’Italia alla modernità.

D’altro canto è vero che l’associazione ProVita sta facendo molto sul piano della comunicazione. Qualche giorno fa mi trovavo all’aeroporto di New York. Qui, qualche viaggiatore in arrivo dalla nostra Capitale aveva lasciato su una sedia di un’area di sosta una copia del periodico il Corriere di Roma sul quale ho notato – con mio sommo disgusto – un’intera pagina acquistata da ProVita, al fine di praticare il suo ennesimo proclama.

Qui ho letto frasi del tipo: “Il governo investe 200 milioni euro per indottrinare i nostri figli sin dall’asilo’, per poi citare per l’ennesima volta la teoria del gender e definirla come quella che ha portato all’aumento di ‘violenze, di reati di pedofilia, e di fenomeni di interruzione di gravidanza”.

I livelli di assurdità delle dichiarazioni di questa gente hanno raggiunto il top. Davvero qualcuno può credere che in Italia ci sia chi agisca per condurre il Paese sulla via della depravazione e della più totale dissoluzione sessuale? Credevo fossero iperboli utilizzate in qualche spot estemporaneo e che poi si sarebbero evolute in ragionamenti più articolati ed agganciati alla realtà. Invece questa gente continua a blaterare, da mesi oramai, le solite false verità.

Queste affermazioni hanno dell’assurdo e diffamano l’intelligenza di chiunque abbia a cuore la civiltà e i diritti. C’è una bella differenza tra la libertà di critica e di opinione e l’opportunità, della quale alcuni approfittano, di diffondere pensieri offensivi, discriminatori e che istigano al razzismo omofobico.

Il prossimo 7 marzo quelli dell’associazione ProVita saranno a Milano. Terranno un convegno in un auditorium; tra loro ci sarò anch’io e spero siano pronti al contraddittorio. Non basta più contrapposi a distanza a certe iniziative, ma bisogna esserci per sostenere con forza la propria contrarietà a teorie evidentemente pericolose.

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