Le opere d’arte arriveranno in classe. Lo ha annunciato il ministro Dario Franceschini. Quando, come e dove, per ora non si sa. Sul sito del ministero si parla di “progetto” ma gli stessi uffici di via del Collegio Romano, non sanno dare informazioni precise su quali saranno le opere che si sposteranno da un museo e quali saranno le scuole coinvolte in Italia. Per ora c’è solo un “numero zero” a Napoli come ha annunciato lo stesso Franceschini: “Sarà la Madonna di Costantinopoli di Mattia Preti la prima opera d’arte ad essere portata in una scuola italiana”. Le altre ancora non sono definite. Anzi, al ministero precisano: “Non è certo l’inizio di un movimento di opere d’arti da una parte all’altra dell’Italia”.

Certo è che al ministro Franceschini piacerebbe vedere realizzato questo progetto che rientra tra le attività previste dal protocollo d’intesa firmato tra il ministero dei Beni Culturali e quello dell’Istruzione guidato da Stefania Giannini: “E’ un modo – ha spiegato Franceschini – concreto e simbolico per riavvicinare ed educare gli studenti alla grande bellezza del nostro patrimonio culturale”. Resta da fare i conti con la spesa per una simile operazione che deve prevedere la messa in sicurezza dell’opera, la vigilanza, il trasporto oltre al placet delle sovrintendenze. Allo stato attuale – a detta degli uffici – non sembrano esserci soldi per questa operazione. Intanto anche per la Madonna di Costantinopoli, olio su tela dipinto nel 1657, bisognerà prevedere un trasporto in sicurezza dalla Galleria Nazionale di Capodimonte dov’è conservata l’opera. “E’ chiaro che sarà fatto tutto – assicurano al ministero – garantendo la sicurezza e evitando qualsiasi problema per il quadro. L’idea parte da Napoli dove attueremo questo progetto in una scuola simbolo, in omaggio a quei ragazzi che con altre migliaia di giovani hanno promosso in questi anni, con la fondazione Napoli Novantanove, il progetto ‘Adotta un monumento’. E’ solo un primo passo”.

Un altro passaggio è atteso a breve con la reintroduzione o il rafforzamento dello studio della storia dell’arte nelle scuole secondarie superiori. E’ una promessa fatta dalla Giannini fin dal suo insediamento. Lo scorso mese di maggio il Miur e il Mibact avevano firmato anche un’intesa sul potenziamento della storia dell’arte con l’intento di sollecitare il Governo a riguardo. Sulla questione era stata lanciata anche una petizione sul web (#salvArte) firmata da migliaia di persone per chiedere di “salvare gli insegnamenti della geografia e dell’arte”. Allo stato attuale storia dell’arte è insegnata due ore alla settimana per classe alla scuola media; tre ore per classe al liceo artistico; due ore solo in terza, quarta e quinta al classico; due ore per classe al musicale e allo scientifico e in terza, quarta e quinta del tecnico per il turismo. La riforma Giannini, per la quale vi è in corso una consultazione online fino al 15 novembre, prevede un rafforzamento soprattutto nel biennio dei licei e negli istituti turistici. Un’operazione che secondo le previsioni del Miur costerebbe circa 25 milioni. Un passo importante che Franceschini ha confermato: “La riforma della scuola segnerà il ritorno della storia dell’arte”.

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