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Scajola, “trovato l’archivio segreto nascosto nel muro dietro alcuni quadri”

La Dia di Reggio Calabria, secondo quanto riportato da Repubblica, con una nuova perquisizione ha rinvenuto hard disk e pen drive con materiale che fino a questo momento non era stato analizzato
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Un nuovo archivio di Claudio Scajola. Non quello composto da computer, telefoni e documenti e già analizzato più volte dagli inquirenti. Secondo quanto riportato da Repubblica, dopo la perquisizione dell’8 maggio, gli uomini della Dia di Reggio Calabria hanno trovato hard disk e pen drive (chiavette per i documenti digitali) nascoste in aperture nel muro, dietro alcuni quadri. La scoperta delle forze dell’ordine potrebbe ora rivelare nuove informazioni. La prima perquisizione nell’abitazione di Imperia e nello studio privato non aveva portato a particolari risultati: vecchio materiale già setacciato in passato. In alcuni documenti si trovavano riferimenti ad un archivio di cui gli inquirenti non trovavano riscontro. Da lì lo spunto a cercare ancora e di coinvolgere anche lo studio dell’ex segretaria Giuliana Fossati, che comunque non è indagata.

Poche ore fa il gip ha deciso il rinvio a giudizio per l’ex ministro dell’interno ed ex presidente del Copasir insieme a Claudia Rizzo. I due sono accusati di favoreggiamento nell’ambito dell’inchiesta sui presunti aiuti alla latitanza dell’ex deputato Amedeo Matacena. Il processo è previsto per il prossimo 22 ottobre. Intanto oggi sul caso Scajola sono previste due udienze al tribunale del Riesame di Reggio Calabria in cui saranno discussi due appelli presentati dai difensori di Claudia Rizzo, gli avvocati Candido Bonaventura e Carlo Biondi, contro le decisioni del gip di rigettare la revoca delle misure cautelari. Alle udienze sarà presente la stessa Rizzo, agli arresti domiciliari con l’accusa di avere favorito la latitanza del marito, Amedeo Matacena.

Ma i nuovi documenti dell’archivio segreto potrebbero fare luce su molti avvenimenti della storia italiana. Non da ultimo anche la vicenda sulla mancata scorta al giuslavorista Marco Biagi poi assassinato nel 2002. La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo conoscitivo contro ignoti il 21 maggio scorso. Per il momento non ci sono indagati. La revoca della protezione avvenne in seguito ad una circolare dell’allora ministro dell’Interno Scajola e nonostante le pressioni per rintrodurla, nessuno fece nulla.

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