La notizia della cacciata di Kevin Prince Boateng e Sulley Muntari dal ritiro del Ghana alla vigilia dello scontro qualificazione contro il Portogallo aveva fatto molto rumore. “Motivi disciplinari” fece sapere la federazione del Paese africano, aggiungendo che l’ex centrocampista del Milan avrebbe aggredito l’allenatore della nazionale. Una ricostruzione immediatamente smentita da Boateng, che ora offre la sua versione sui fatti: a suo dire sarebbe stato cacciato per motivi politici. “La lite con Muntari non c’è mai stata – spiega l’ex numero 10 del Milan – Ho chiesto alla Federazione dove fossero finiti i soldi ricevuti dalla Fifa e per questo mi hanno espulso. L’allenatore aveva problemi con me già da tempo”.

Boateng e Muntari erano stati allontanati dal ritiro ghanese a poche ore dalla terza e decisiva sfida del Girone G contro il Portogallo, poi persa 2-1 dalle Black Stars. Per spiegare il gesto, la Federazione ghanese aveva diffuso due brevi note nelle quali si precisava che i due giocatori si erano resi protagonisti rispettivamente di un litigio con il ct Appiah e di un’aggressione fisica nei confronti di un rappresentante federale.

A distanza di tre giorni dall’eliminazione da Brasile 2014, Boateng torna sull’argomento e dà la sua versione dei fatti: “Stavo scherzando con Muntari durante una partitella prendendolo in giro e dicendogli se non era il caso per lui di mettersi a fare l’arbitro – precisa -. L’allenatore, invece, ha pensato che l’avessi insultato ma non era vero. La realtà è che il mister aveva già dei problemi con me e ha cominciato a insultarmi davanti a tutti. E poi mi chiedo: perché mi hanno cacciato quattro giorni dopo l’episodio? Lo so io perché. Dopo due giorni dalla lite abbiamo incontrato la federazione ghanese per chiedere dove efossero finiti i soldi ricevuti dalla Fifa. Tutti pensano che noi facciamo una bella vita ma non è così. Con una parte di quei soldi sarebbero potute venire anche le nostre famiglie. Invece l’esperienza che abbiamo vissuto in Brasile è stata terribile”.

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