Sei mesi fa Matteo Renzi propose a Grillo di formulare assieme delle riforme istituzionali per il paese, ma il M5S rispose picche forte di un presunto consenso crescente del Movimento nel paese. Poi il segretario Pd divenne premier e ci fu il famoso incontro, infine le elezioni europee, con il crollo della torre d’avorio pentastellata e il Pd che lo doppia. Dopo qualche settimana di reazioni schizofreniche, i due capi del M5S hanno deciso (nessuna consultazione stavolta) che ora si può parlare con il Governo sulla legge elettorale. Bene, benissimo, avremmo potuto iniziare a lavorare sei mesi fa, ma meglio tardi che mai.

L’avvicinamento, visti i trascorsi, è positivo, ma non facile. Il Pd, nelle parole del segretario e di molti altri dirigenti, ha già espresso il proprio parere positivo, ma più di una questione va appianata. La volontà di scongelamento espressa da parte dei 5 stelle è positiva e, ci auguriamo, sincera e potrebbe diventare base per un lungo percorso di riforme necessarie al paese. Quando si inizia un dialogo con chi ti ha visto visto finora come un nemico da abbattere, ci sono alcuni problemi di metodo da risolvere in via preliminare. Per questo motivo il Presidente del Consiglio ha chiesto da subito lo streaming, ovvero la trasparenza assoluta. Altro fattore fondamentale sarà il punto di partenza. Grillo vorrebbe usare il testo promosso dal suo blog, ma il tempo dedicato a questa formulazione, è stato usato dal Pd e da Forza Italia per crearne uno diverso e maggioritario, anziché proporzionale come quello grillino. Quale sarà il testo di partenza? E’ necessario che Pd e FI si pongano con volontà di ascolto nei confronti degli spunti che arriveranno dal M5S, ma in questi mesi è stato compiuto un lavoro che non può essere gettato al vento perché Grillo e il M5S si sono svegliati solo ora. Se da entrambe, sottolineato entrambe, le parti ci sarà questa predisposizione si andrà lontano.

Altro fattore determinante sarà la volontà del Movimento di aprirsi alla discussione per un ridisegno globale delle istituzioni. Legge elettorale e Riforma del Senato sono imprescindibilmente legate e non possono essere svolte separatamente. Al tavolo si parlerà di entrambe le cose e noi del Pd sfidiamo il M5S e tutti gli altri partecipanti ad accettare l’impegno, con spirito costruttivo e senza diktat. Il contrario non avrebbe senso e il dialogo diverrebbe solo una sceneggiata fatta ad uso e consumo dei diversi elettorati, mentre oggi vogliamo veramente sfruttare ogni occasione per cambiare il paese.

Il M5S chiede di sedersi al tavolo, noi accettiamo volentieri, è ora il momento di lavorare e incidere sulla realtà. Sembra veramente che le elezioni europee abbiano segnato la svolta per questo paese.

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