In attesa di diffondere il bilancio settoriale definitivo, Sistema Moda Italia conferma le stime rilasciate a fine anno: nel 2013, il fatturato del settore tessile rimane in territorio negativo, pur registrando una decelerazione del ritmo di caduta rispetto al 2012. Le stime prevedono una decrescita dell’ordine del 1,9% su base annua e il turnover complessivo passerebbe a 50,1 miliardi di euro. A registarare un dato positivo sono le esportazioni (+1,7%), mentre decresce l’import (-1,4%) e va male anche per quel che riguarda il sell-out sul mercato italiano.

E’ in questo quadro che, dal 17 al 20 giugno, va in scena la moda maschile a Firenze, con l’ottantaseiesima edizione di Pitti Immagine Uomo. La manifestazione fiorentina si conferma punto di riferimento per quanto riguarda il menswear: oltre 30.000 i visitatori all’ultima edizione estiva. I marchi presenti quest’anno saranno circa 1030, dei quali il 40% esteri e non macheranno le collezioni dedicate alla donna: 70 i brand al femminile, esposti all’Arena Strozzi in occasione della manifestazione parallela Pitti W. Il tema d’immagine scelto per questa edizione è il “ping pong”: “Con Ping Pitti Pong vogliamo rappresentare il mondo contemporaneo attraverso la lente dello sport e il suo intreccio con la moda – dice Agostino Poletto, vicedirettore generale di Pitti Immagine – E’ l’infinita partita in cui ogni volta la risposta è diversa, il risultato incerto, la strategia e l’esito finale cambiano”.

In contemporanea con Pitti, il capoluogo fiorentino ospita, dal 16 al 20 giugno, Firenze Hometown of Fashion, quattro giorni di eventi per celebrare i sessant’anni del Centro di Firenze per la Moda Italiana (Cfmi), un’associazione senza fini di lucro che ha come scopo la promozione e l’internazionalizzazione della moda italiana. Il Cfmi, che controlla a sua volta la società fieristica Pitti Immagine, è presieduto da Stefano Ricci: sarà l’azienda dello stesso Ricci (leader nel settore lusso dell’abbigliamento maschile) a donare al capoluogo toscano, proprio il 16 giugno, una nuova illuminazione per il Ponte Vecchio. “Vogliamo regalare un’emozione alla città, per celebrare ciò che Firenze ha dato al mondo della moda negli ultimi 60 anni”, ha dichiarato Ricci.

“Firenze e Pitti Immagine Uomo meritavano un’iniziativa che riconfermasse il ruolo della città sul palcoscenico globale della moda e Firenze Hometown of Fashion è una delle vetrine con cui presentiamo al mondo la qualità italiana nel vestire e rappresenta uno straordinario veicolo di promozione sui mercati esteri”, questo quanto dichiarato dal Vice ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. Sarà infatti il Ministero dello Sviluppo economico ad investire due milioni di euro nell’evento, cui si aggiungeranno circa 800mila euro messi a disposizione da Cfmi-Pitti Immagine.

Molte le iniziative previste durante la settimana fiorentina del 16 giugno: dal concerto di Andrea Bocelli, in scena lunedì insieme ai Cameristi del Maggio Musicale al Parco della musica e della cultura, fino agli omaggi alla città fatti da marchi come Gucci, Salvatore Ferragamo, Ermanno Scervino, Emilio Pucci.

Sempre nell’ambito di Firenze Hometown of Fashion verrà proiettato, il 19 giugno in anteprima al Cinema Teatro Odeon,“E poi c’è Napoli”, film diretto da Gianluca Migliarotti: un racconto della città partenopea lontano dai soliti stereoptipi e che punta, invece, ad attirare l’attenzione sulle tante realtà produttive di eccellenza che si trovano nel territorio napoletano. Sulla stessa falsariga del film di Migliarotti, Pitti Uomo ospiterà l’antemprima dei documentari “Le Italie della moda. Menti e mani eccellenti”, prodotti da Sky Arte HD per la regia di Francesco Imperato e a cura di Angelo Flaccavento. Una narrazione, quella di SkyArte, che vuole rendere conto della complessità del Sistema moda Italia. “Individualisti, anarchici, naturalmente privi di qualsiasi attitudine a fare squadra – dice Angelo Flaccavento, curatore del progetto – poco inclini al melting pot e molto campanilisti, gli italiani sono nondimeno le menti e le mani eccellenti della moda: senza il loro fondamentale e individuale contributo, il sistema crollerebbe, privato di visioni imprenditoriali, realtà produttive e figure creative in non pochi casi visionarie. Non una Italia, dunque, ma numerose Italie, tante quanti sono i protagonisti che la popolano. Dall’importanza del family business al ruolo centrale che la culla della provincia offre allo sviluppo di idee dirompenti, fili sottili collegano le diverse storie, senza una vera unità”.

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