La dipendenza dal gioco d’azzardo in Italia “non è un virus nascosto perché se siamo i primi in Europa e i terzi nel mondo vuol dire che c’è stato un interesse fortissimo di carattere trasversale che lo ha incentivato tramite normative sostenute dalla politica”. Per denunciare l’attività delle “maggiori industrie italiane della finanza, che sono al centro della promozione delle slot machines”, il coordinamento Slot Mob ha organizzato una manifestazione a Roma nei pressi di due bar che hanno rifiutato l’ingresso del gioco d’azzardo nei loro locali. “In Italia abbiamo una tassazione particolarmente favorevole nei confronti delle attività che mettono le slot, è stato legalizzato il gioco d’azzardo e i Comuni non hanno la possibilità di intervenire perché tutto viene gestito a livello nazionale – ha detto Carlo Cefaloni del coordinamento Slot Mob – Dobbiamo agire subito con una legge che limiti e regolamenti seriamente il gioco d’azzardo”. “Non mi piacciono queste macchinette mangia soldi – ha aggiunto Antonello Piras, tra i baristi che hanno deciso di non avere slot machine nel proprio locale – Lo svantaggio è che non ho un guadagno abbastanza alto perché queste macchinette portano tanti soldi. Ma il vero guadagno è che lavori con persone normali, le famiglie. Per la qualità” di Paola Mentuccia

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