“C’è un abuso edilizio in casa di Giorgio Gori”. Sarebbe questo, secondo la pubblica denuncia di Daniele Belotti, consigliere comunale della Lega Nord bergamasca, lo scheletro nell’armadio del candidato sindaco della coalizione di centrosinistra per le prossime amministrative nonché ex spin doctor di Matteo Renzi ai tempi della prima Leopolda, del “Big Bang” e della discussa cena di raccolta fondi con il finanziere Davide Serra – sodalizio tramontato dopo l’ascesa di Renzi alla segreteria del Pd e alla guida del governo. L‘accusa di Belotti suona come un attacco personale a scopi elettorali, considerando che mancano appena quindici giorni dall’appuntamento con le urne e l’ex direttore di Canale 5 nonché fondatore della casa di produzione Magnolia sembra essere un avversario più che temibile per il sindaco uscente Franco Tentorio (sostenuto da una coalizione di centro destra). Belotti ha tenuto un’articolata conferenza stampa sul tema, presentando anche un’interrogazione al sindaco e all’assessore all’edilizia privata, corredata da prove documentali del presunto abuso. La pietra dello scandalo è il porticato di casa Gori che, tra il 2008 e oggi, sarebbe stato ampliato e modificato senza alcun permesso. In particolare il leghista (che è anche segretario provinciale del Carroccio) ha spiegato che nella documentazione allegata a una pratica edilizia del 2008 “è indicata la presenza di un pergolato/porticato esterno di circa 2,5 per 8 metri” e che invece “nella cartografia aerofotogrammetrica accessibile sul sito Sigi del Comune di Bergamo le dimensioni del pergolato appaiono oggi sensibilmente più grandi rispetto alla versione originaria del 2008”. Insomma, secondo quanto scritto nell’interrogazione il porticato nel tempo sarebbe cresciuto, ma non solo: “il pergolato è stato chiuso da una serie di vetrate”, diventando di fatto “un locale tre volte più grande rispetto all’originale”.

Belotti ha spiegato che le attuali norme in materia edilizia non consentono di chiudere i porticati, nemmeno con pareti vetrate, perché costituirebbero aumento della superficie. E “da una sommaria verifica agli uffici dell’edilizia privata non risulterebbe nessuna richiesta di ampliamento e chiusura del porticato”. Al tempo stesso “non risulterebbe essere stata presentata alcuna sanatoria in occasione di condoni edilizi né autodenunce di abuso”. La mossa di Daniele Belotti pare avere messo in imbarazzo la stessa maggioranza, tanto che il coordinatore di Forza Italia Alessandro Sorte (alleato della Lega per la corsa alla riconferma del sindaco uscente) ha dichiarato di augurarsi un rapido chiarimento della vicenda: “Per quel che ci riguarda – ha sottolineato il coordinatore azzurro – preferiamo fare campagna elettorale confrontandoci con i nostri avversari su questioni politiche e comunicando quanto è stato fatto e quanto si intende fare per Bergamo. Abbiamo sempre difeso il confronto deciso e diretto in politica, anche aggressivo se vogliamo, ma sono vent’anni che denunciamo gli attacchi di tipo personale”.

Insomma, la battaglia sull’abuso e le sue eventuali conseguenze è tutta sulle spalle della Lega Nord. La replica del diretto interessato non si è fatta comunque attendere: “In assenza di altri argomenti, vedo che i miei avversari continuano con gli attacchi di tipo personale, in questo caso particolarmente di bassa lega”, ha detto Gori. Che, entrando nel merito degli attacchi di Belotti, ha chiarito: “Il portico di cui si parla è sempre esistito. Qualche anno fa è stata fatta la sistemazione del tetto ed è stato dotato di pannelli trasparenti rimovibili. Ho comunque chiesto ai miei tecnici un’ulteriore rassicurazione sulla regolarità dei lavori di restauro fatti a suo tempo e, qualora vi fossero state delle inesattezze, non esiterò a correggerle”.

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