Un traghetto, 140 morti, due processi, quattro inchieste. Sulla tragedia del Moby Prince, avvenuta il 10 aprile 1991 davanti al porto di Livorno è tutto chiaro, hanno detto le indagini. La nebbia, la disattenzione, l’errore umano, i mezzi di soccorso forse inadatti le spiegazioni date dai magistrati alla più grande sciagura della marineria civile italiana in tempo di pace. Invece ancora oggi è una storia punteggiata di quesiti irrisolti, anomalie, dubbi (l’ultimo pochi anni fa come ha raccontato ilfattoquotidiano.it). Per questo le associazioni dei familiari delle vittime chiedono ora ai partiti in Parlamento di costituire al più presto una commissione d’inchiesta (Sel e M5s si sono già mossi) così come auspicato, esattamente un anno fa, dal presidente del Senato Piero Grasso.

I punti controversi restano molti e per alcuni di questi è possibile dire che le ricostruzioni ufficiali hanno dato risposte che non trovano conferma nei dati raccolti dai magistrati. Un esempio clamoroso riguarda il punto in cui è avvenuta la collisione: dentro o fuori il triangolo di divieto di ancoraggio? La petroliera Agip Abruzzo, contro la quale finì il traghetto poi trasformato in una palla di fuoco, era dentro o fuori quell’area di divieto? Questo video – realizzato dallo studio di ingegneria forense Bardazza di Milano – prova a fare luce.

Realizzazione animazioni – Silvia Cannarozzi e Max Dousset

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