Nuovo simbolo, molto simile a quello di Forza Italia, con un solo obiettivo: distinguersi, all’interno del Consiglio regionale, come gruppo. Nel nome di Nicola Cosentino, l’ex numero uno del Pdl in regione imputato per concorso esterno in associazione mafiosa.  Si consolida l’esistenza di Forza Campania, cui aderiscono sette consiglieri, ma lo strappo con la casa madre di FI non si consuma. Almeno non del tutto. Si accentuano le distanze all’interno del partito regionale, ma i consiglieri del nuovo gruppo restano in Forza Italia dove, dicono, intendono “portare meritocrazia e dialogo, che ci sono stati negati”.

Lui, Nicola Cosentino, ex coordinatore regionale del partito e già sottosegretario all’economia nel governo Berlusconi, seduto in platea per ascoltare i sette ‘dissidenti’, più volte indicato come l’artefice dell’operazione, si limita a dire: “Non sono il regista di Forza Campania”. A cercarlo – e lo ammette la consigliera Antonia Ruggiero – “siamo stati noi, siamo andati a casa sua, perché avevamo bisogno di un riferimento e lui lo è sempre stato”. Forza Campania, con il capogruppo Paola Raia, mette in chiaro che, in occasione delle prossime amministrative, “ci saranno lista e candidato autonomi nel caso in cui non ci sia un nome condiviso”; diversamente non ci sono motivi, assicurano, per non correre con Forza Italia.

Perché il leader, e lo ripetono più volte, è uno soltanto: Silvio Berlusconi. La loro presenza separata in Consiglio “non ha nulla a che vedere” nemmeno con Francesca Pascale, la fidanzata dell’ex premier. “Assolutamente non cerco una candidatura alle europee”, chiarisce Cosentino chiamato in causa. Poi lascia la sala e va via. “Non ci interessa il giudizio della Pascale – afferma un altro dei consiglieri di Forza Campania, Pasquale Giacobbe – né dobbiamo difendere Nicola, perché lo fa da solo. Non siamo arrabbiati nemmeno con il presidente della Regione, Stefano Caldoro, né con l’attuale coordinatore, Domenico De Siano”.

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