Pisa contro Firenze, ancora una volta e questa volta Letta e Renzi non c’entrano. Questa volta c’entrano gli aeroporti e l’eventuale sviluppo dello scalo fiorentino di Peretola che potrebbe fare concorrenza a quello pisano (punto di riferimento in Toscana e per altre regioni del centro Italia). Ma non solo Pisa protesta: da Prato e dai Comuni della Piana fiorentina (territori interessati dalla rotta della nuova pista “convergente-parallela” all’autostrada Firenze-mare) si sono levate spesso pesanti lamentele contro i contraccolpi negativi dell’operazione: dito puntato soprattutto contro l’inquinamento acustico.

Le polemiche delle ultime settimane si sono invece concentrate sulle due ipotesi riguardanti la lunghezza della futura nuova pista: 2400 o 2mila metri (l’attuale, che sarà probabilmente smantellata, ne misura circa 1700). La pista da 2400 metri consentirebbe al “Vespucci” uno sviluppo ancora più importante ma ciò potrebbe avere ripercussioni negative sui traffici dell’aeroporto “Galilei” di Pisa, gestito da Sat. Il sindaco di Pisa Marco Filippeschi e il presidente della Regione Enrico Rossi spingono perciò per la pista da 2mila metri mentre tifano per il tracciato più lungo il presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile Vito Riggio e il numero uno di Adf Marco Carrai che non è una figura qualunque visto che è stato definito nell’ordine l’uomo ombra, il Richelieu e il “Gianni Letta” di Matteo Renzi. Tanto più che con l’ex sindaco a Palazzo Chigi l’ok finale sembra meno difficile.

Adf preferisce la pista da 2400 metri poiché ovviamente permetterebbe l’accoglimento di aerei con maggior capienza (sia in termini di passeggeri che di bagagli e carburante) e quindi favorirebbe il collegamento con importanti scali internazionali come Istanbul e Mosca (fino a oggi sono invece previste tratte minori come Amsterdam, Londra e Francoforte). Con la pista da 2mila metri sarebbero invece necessarie limitazioni operative che potrebbero incidere in maniera importante sulla redditività dell’investimento (il Masterplan 2014-2029 di Adf prevede interventi per 258 milioni di euro: il costo della pista dovrebbe aggirarsi intorno ai 60). Peretola ha registrato un 2013 da record con 1,9 milioni di passeggeri: la nuova pista dovrebbe permettere almeno il raddoppio dei traffici.

A Pisa si teme invece che la pista da 2400 metri possa avere contraccolpi negativi sui traffici del “Galilei” dal quale nel 2013 sono passati 4,4 milioni passeggeri (lo scalo pisano ha due piste: una lunga 2497 metri, l’altra 2992). Il nodo sulla lunghezza della pista non è ancora stato sciolto: l’arrivo di Matteo Renzi a Palazzo Chigi potrebbe però giocare un ruolo importante a favore della pista lunga. Il renziano Dario Nardella, attuale vicesindaco ma apparentemente numero uno in pectore di Palazzo Vecchio, ha già detto chiaramente di non voler fare alcun passo indietro sullo sviluppo del “Vespucci”.

Un’indicazione precisa sul futuro dello scalo fiorentino l’aveva posta nero su bianco lo scorso luglio anche il consiglio regionale quando aveva adottato la specifica variante al Pit (il Piano d’indirizzo territoriale): nel testo si parlava infatti di una pista di soli 2mila metri. A spingere però per la pista da 2400 metri è Enac: la posizione dell’ente è stata formalizzata alla Regione nell’ottobre 2013 come osservazione alla variante del Pit. E secondo alcune indiscrezioni negli ultimi giorni le posizioni di Enac e Adf si sarebbero fatte ancora più nette.

Il governatore della Toscana Enrico Rossi non vuol però sentir parlare di pista da 2400 metri e in più di un’occasione ha minacciato di “congelare” l’approvazione definitiva della variante al Pit. Il governo potrebbe però anche decidere di superare la posizione della Regione e dare ugualmente il via libera alla pista lunga: “Mai però è successo che su un argomento di tale importanza il governo vada contro una Regione” attacca Rossi. Negli ultimi giorni il governatore ha cercato di smussare gli angoli, ma il concetto resta: “Non intendo impuntarmi sui metri di pista – ha affermato – ma non si può mettere Prato contro Firenze e poi Pisa contro Firenze e viceversa. Adesso sarà l’imprenditore argentino Eurnekian a decidere il da farsi oltre ogni campanilismo e capirà come trovare il giusto equilibrio tra i due scali. Sono fiducioso perché si tratta di un imprenditore con interessi industriali, non finanziari, e che non possiede altri aeroporti in Italia, quindi ha interesse a fare il meglio per quelli di Pisa e di Firenze. So che l’obiettivo di raggiungere i 12 milioni di passeggi l’anno è reale”. L’argentino Eduardo Eurnekian, già proprietario del 23,4% di Sat, ha però acquisito nelle ore scorse il 33,4% di Adf: la costituzione della holding non sembrerebbe perciò essere in pericolo.

A essere irritato è anche il sindaco di Pisa Marco Filippeschi: “Ha ragione Rossi, non si possono cambiare le carte in tavola”. La realizzazione di una holding tra Pisa e Firenze per la costituzione del quarto polo aeroportuale italiano (l’obiettivo è raggiungere i 12 milioni di passeggeri entro il 2030) potrebbe essere a rischio? “Se venissero meno i contenuti del Pit – sottolinea ancora Filippeschi – verrebbe meno il mandato ai tecnici che stanno studiando le possibilità e le condizioni per realizzare la holding”. Stesso ritornello da parte del deputato del Pd Paolo Fontanelli, ex sindaco di Pisa. Le polemiche però non si placano ed è facile intuire che ci saranno altri scontri. La battaglia per i cieli toscani non sembra essere ancora finita.

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