A un anno dall’inchiesta de ilfattoquotidiano.it sul Punto verde qualità ‘Città del rugby’ il Pvq più costoso fra i 67 previsti nella Capitale, siamo tornati sul posto. I lavori sono fermi da mesi, una cattedrale nel deserto alla ‘modica cifra’ di 33 milioni di euro. Somma che potrebbe pagare il Comune di Roma quindi i cittadini: l’importo totale previsto per realizzare l’opera è coperto al 95% dal Comune di Roma con garanzia fideiussoria. Tra l’altro, anche se fossero ultimati i lavori, il rugby ci starebbe un po’ “stretto”, poiché l’unico campo previsto sarebbe irregolare: le misure stabilite per il campo da gioco sono 86 metri di lunghezza per 56 di larghezza, ben al di sotto dei limiti minimi regolamentari (119 in lunghezza e 66 in larghezza). Oltre ad essere il Pvq più costoso è l’unico ad essere stato assegnato con un bando ad aziendam nel 2004, giunta Veltroni. Un progetto, per il rilancio della palla ovale nella Capitale, nato male che tutto sembra tranne che il prospetto di una ‘Città del rugby’, visto che per il campo da gioco irregolare è prevista una spesa di neanche 2 milioni di euro. Gli altri 31 milioni di euro verrebbero usati per costruire una serie di impianti sportivi che nulla hanno a che vedere con la palla ovale. Un pasticcio colossale con un epilogo quasi scontato: il cantiere sembra ormai abbandonato da tempo. Anche i soldi pare siano finiti: “Più o meno – dichiara Enzo Minissi, presidente associazione Oikos – i 33 milioni previsti sono stati spesi tutti”. Una piccola bomba finanziaria per il Comune di Roma che si aggiunge al problema generale dei Pvq  di Luca Teolato

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