Rosy Bindi sì, Giorgio Gori no. Tra i primi risultati delle Parlamentarie del Pd arrivano conferme e sorprese. E’ un’affermazione quella dell’ex ministro della Salute; l’ex vice presidente della Camera, toscana di origine, si è presentata a Reggio Calabria. Ha perso nel suo territorio invece Gori: è uscito sconfitto a Bergamo. La prima giornata di primarie per scegliere i candidati del centrosinistra si è chiusa ieri: si è votato in Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Oggi si voterà nelle altre 11. Tra i big in competizione oggi, Anna Finocchiaro candidata a Taranto. E questa mattina per tutti sono arrivati gli auguri del sindaco di Firenze Matteo Renzi. “Vado a votare alle primarie parlamentari del Pd e faccio un grande in bocca al lupo a tutti i candidati che si sono messi in gioco”. Intanto, probabilmente nel “listino Bersani”, ci sarà anche il vice direttore del Corriere della Sera Massimo Mucchetti come candidato alle prossime elezioni politiche con il Pd

Gori solo quarto a Bergamo, potrebbe essere ripescato. Come tutti gli altri candidati, Gori sarà comunque in lista per le politiche ma in una posizione che rispecchierà l’ordine di preferenze ottenute alle primarie e dunque fortemente a rischio. Senza contare che prima di lui andranno anche i candidati scelti nel listino bloccato di Pier Luigi Bersani. Gori si è piazzato quarto con 2.252 voti. Prima Elena Carnevali, capogruppo del Pd in Comune, che ha ottenuto 6.149 preferenze, cioè il 31,18% dei voti. Secondo si è classificato il deputato Giovanni Sanga con 4.037 voti (20,47%), terzo Giuseppe Guerini con 3.172 preferenze (16,09%). “Non mi è facilissimo commentare i risultati delle primarie – dichiara lo spin doctor di Renzi – In queste ore ricevo messaggi di ogni tipo: felicitazione, complimenti, consolazione, invito a non mollare. Il quarto posto in effetti non garantisce un posizionamento blindato nella lista per il Parlamento né in alcun modo preclude la possibilità di essere tra gli eletti. Dipende da come andrà il Pd alle elezioni del 24 febbraio. Se andrà bene alla Camera; se vincerà sia alla Camera che al Senato (in questo caso in Lombardia). Da questo dipenderà il numero dei parlamentari bergamaschi (che furono tre nella passata legislatura, dopo la sconfitta del 2008). Niente è compromesso, dunque, anzi”. Cerca di trovare una spiegazione al risultato: “Tre su quattro non sono tornati ai seggi, sfiancati da questa continua chiamata, distratti dalle vacanze di Natale, delusi per il risultato di quella prima consultazione. Ed è chiaro che se la platea si restringe, il peso del partito, dell’organizzazione dei circoli, si fa decisivo. Già lo era stato nello scontro Renzi-Bersani, figuriamoci questa volta”. E ancora: “Non sono stato capace – riconosce Gori – nonostante il generoso impegno dei volontari dei comitati, di richiamare ai seggi un sufficiente numero dei bergamaschi che avevano votato per Matteo Renzi, non sono stato abbastanza efficace nel far capire loro che questa era l’occasione per dare concretezza alla speranza di cambiamento che insieme avevamo coltivato. Molti di loro mi hanno manifestato delusione, nelle scorse settimane, verso un partito che sembra incapace di cambiare”.

A Milano bene ex ministro Pollastrini. E’ l’ex ministro Barbara Pollastrini la candidata alle primarie del Pd più votata a Milano e provincia. L’ex ministro ha avuto 4527 voti. E’ una donna anche la seconda nella lista ed è Lia Quartapelle con 4344 voti. Più bassi i consensi raccolti dai candidati uomini: Matteo Mauri ha avuto 3921 voti, Franco Mirabelli 3747, Emanuele Fiano 3739, Francesco Laforgia 3694. I votanti sono stati 33815. Pippo Civati, consigliere regionale, vince le primarie del Pd per le candidature in parlamento nella provincia di Monza-Brianza con 5503 preferenze. 

In Calabria vince la Bindi e nel cosentino trionfano due donne. Rosi Bindi ha ottenuto 7527 voti arrivando dietro al consigliere regionale Demetrio Battaglia che ne ha ottenuti 8.362. Gli elettori sono stati 12628. A Cosenza, dove hanno votato 26.491 persone, due donne ai primi tre posti.  Al primo posto si è piazzata Enza Bruno Bossio, componente la direzione nazionale del Pd, con 10679 preferenze che ne fanno il candidato in assoluto più votato in tutta la Calabria.

In Piemonte bene ex ministro Damiano e la sorpresa di una 28 enne. La bassa affluenza premia, a Torino e provincia, i candidati del territorio. A un terzo dello spoglio (ieri sera, ndr), in testa alle preferenze si piazzano la segretaria provinciale del partito, Paola Bragantini, e l’assessore provinciale all’Istruzione, Umberto D’Ottavio. Bene, a sorpresa, Francesca Bonomo, appena 28 anni, consigliera comunale di Barbania e animatrice parrocchiale. Tra i parlamentari uscenti si salvano, al momento, l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, Stefano Esposito e Anna Rossomando. Male, invece, Magda Neri e Pietro Marcenaro, che rischiano ormai di dire addio a Roma. Damiano è stato il più votato a Torino, ma dopo di lui sono tre donne ad avere trionfato. “E’ mancato il voto d’opinione – commenta il segretario piemontese del Pd, Gianfranco Morgando – mentre si registra un fenomeno di territorializzazione del partito, che ha penalizzato quei parlamentari che, negli ultimi cinque anni, si sono occupati di tematiche nazionali”. 

Il voto in Campania: Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. In provincia di Benevento, dove hanno votato in 15.120 persone, netta affermazione alle primarie del Pd del capogruppo in Consiglio regionale, Umberto Del Basso De Caro, che ottiene oltre 12mila preferenze pari al 46% dei voti. Il deputato uscente Fulvio Bonavitacola, ritenuto vicino al sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, è il vincitore delle primarie nel Salernitano. E’ il deputato uscente Nicodemo Oliverio il più votato alle primarie del Pd del crotonese per la scelta dei candidati al Parlamento. Oliverio ha ottenuto 8.257 preferenze sugli 8.547 voti validi. Il secondo candidato, Serafina Demme, ha ottenuto 2.645 voti ed il terzo, Marianna Caligiuri, 2.076. Ad Avellino netta riconferma, anche se i dati sono ancora parziali, per il senatore uscente Vincenzo De Luca; appare lontano da un posto utile per l’elezione Giuseppe Galasso, il sindaco di Avellino che si era dimesso con un anno di anticipo per candidarsi al Parlamento. Un nuovo conteggio delle schede dei votanti è in corso a Caserta. Le operazioni sono state sollecitate dai rappresentanti dei candidati visto l’esiguo numero di voti di scarto esistenti per l’ultimo posto utile.

In Liguria: molte conferme e qualche novità, tra cui la consigliera che aveva denunciato infiltrazioni mafiose. Hanno votato oltre 30mila persone. A Genova, tra i vincitori, Mario Tullo (4526 voti) e la senatrice uscente Roberta Pinotti (3043 voti). A Savona si è affermata l’ex segretaria generale della Cgil, Anna Giacobbe, seguita dall’ex vicesindaco di Albenga, Franco Vazio. A La Spezia ha ottenuto il maggior numero di voti Andrea Orlando, responsabile nazionale Giustizia del Pd, che potrebbe finire capolista su indicazione nazionale, lasciando quindi il posto al secondo in lista, il sindaco di Sarzana Massimo Caleo. A Imperia ha trionfato Donatella Albano, ex consigliera comunale di Bordighera, che per prima denunciò le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’amministrazione, poi sciolta nel marzo del 2011.

In Molise affluenza bassa. Sono stati 4278 gli elettori, meno della metà rispetto alle primarie delle settimane scorse. In provincia di Campobasso netta affermazione dell’ex parlamentare Roberto Ruta, con 1355 voti. I votanti in tutta la provincia sono stati 2.700. In provincia di Isernia il segretario regionale del Pd, Danilo Leva, ha ottenuto 1.254 voti e complessivamente i votanti sono stati 1578.

Umbria: Gianpiero Bocci è stato nettamente il più votato alle primarie Pd a Perugia. Il deputato uscente, ex Margherita, ha avuto 6933 voti. Al secondo posto Giampiero Giulietti con 5687 voti. Dubbi restano per il terzo e quarto posto e sono in corso ancora verifiche.  Secondo i dati ufficiosi, terza è Anna Ascani con 5464 voti, solo 25 in più di Valeria Cardinali che ne ha 5439.

A Terlizzi deputato Grassi segnala anomalie. A Terlizzi comune della provincia di Bari dove peraltro è nato e risiede il governatore della Puglia Nichi Vendola, la segreteria della locale sezione Pd “sta negando ai tesserati 2011 di votare” alle primarie per la scelta dei candidati al Parlamento. Lo segnala in una nota il deputato del Pd Gero Grassi, il quale riferisce di aver informato i dirigenti del partito ai vari livelli e che del caso si sta occupando il responsabile nazionale organizzativo del Pd, Nicola Stumpo.

In Veneto nessuna coda e bassa affluenza. Nessuna coda e affluenza ancora bassa, com’era nelle previsioni, ai 600 seggi aperti in Veneto per le primarie dei parlamentari del Pd. I primi dati provenienti dalle città danno un’affluenza media intorno al 10%, verso le 11 del mattino, che in proiezione potrebbe portare a un numero di votanti non superiore ai 60-70 mila. La direzione regionale del partito – ha osservato il segretario Rosanna Filippin – considererebbe un risultato già buono un’affluenza del 20% rispetto ai 190mila votanti del primo turno di primarie per il segretario, ‘ottimo’ un dato intorno al 30%. In Veneto sono 64 i candidati che si presentano per le primarie parlamentari. 

Articolo Precedente

Parlamentarie Pd, la candidata Brembilla e quell’inchiesta sulla ‘ndrangheta

next
Articolo Successivo

Pecorella: “Con voto su Ruby toccato il fondo”, ex legale di Berlusconi con Monti

next