Sono incavolata nera. Non posso tollerare che un poliziotto (un garante dell’ordine, mi viene da ridere) dopo aver ammazzato il figlio di diciotto anni, si permetta di insultare anche la madre davanti alla quale dovrebbe invece strisciare e chiedere perdono.

Signor Manganelli, Signor Ministro degli Interni, in quanto rappresentanti delle Istituzioni, non potete tollerarlo. Prendete provvedimenti. Almeno gli altri tre poliziotti incriminati per la morte di Federico Aldovrandi se ne stanno zitti. Mentre Paolo Forlani, al sicuro dopo l’ultima sentenza della Cassazione e condannato insieme ai tre agenti a 3 anni e 6 mesi ( Solo! Sì, indignatevi con me) esterna su FaceBook:

“Faccia da culo” e “madre di un cucciolo di maiale”. Queste le espressioni rivolte a Patrizia Moretti, madre del ragazzo massacrato di botte. Forlani, che lamenta di aver subito sette anni di ingiustizie (capito??) ora dovrà rispondere anche dell’accusa di diffamazione.

Trovo che quelli che indossano la stessa divisa di coloro che sono saltati in aria con Falcone e Borsellino dovrebbero onorarla e avere un atteggiamento ben diverso. Riconoscere i propri gravissimi errori e, proprio lei, signor Forlani, dovrebbe essere stato il primo a scusarsi con la famiglia, anziché mandare il suo capo.

Intanto mi associo alla lettera pubblicata ieri su TMNews di Lucia Uva, sorella di Giuseppe, morto in circostanze ancora da chiarire il 14 giugno 2008 dopo aver passato diverse ore nella caserma dei carabinieri di via Saffi a Varese.

Scrivo a lei Dr. Manganelli, non per parlarle di mio fratello Giuseppe ma per porre alla sua attenzione una situazione disarmante che in questi giorni sta aggiungendo dolore non solo a me, ma soprattutto alla mia compagna di viaggio Patrizia Moretti, mamma di Federico Aldrovandi.

Io come molti altri credevo che in Cassazione si sarebbe conclusa questa terribile vicenda, che sarebbe stato l’ultimo capitolo di una storia vergognosa di questo Paese. Lo credevo fino a quando Paolo Forlani, uno dei quattro agenti condannati, pregiudicato e ancora a piede libero, si è permesso di scrivere su Facebook commentando l’accaduto e offendendo pesantemente Patrizia Moretti.

Chiedo “pubblicamente al Capo della Polizia che siano presi tutti i provvedimenti necessari e che i giornali e i principali media diano voce ai familiari delle vittime, anche di Stefano Cucchi e Aldo Bianzino. E di tutti coloro che attendono giustizia e verità e si ritrovano, oltre il danno mortale la beffa, ad essere oggetto di vergognose offese, insulti e minacce”.

Eccomi, Lucia, donna di tempra e di fatto. Le prometto che fino a quando il mio direttore, Peter Gomez, me lo consente, non gli darò tregua. Chiedo a nome di tutti coloro che si reputano appartenenti a una società civile, che le porte del carcere si aprano subito perché i quattro poliziotti scontino una parte della pena (almeno i sei mesi, l’indulto gli sconta tre anni). E chiedo che vengano allontanati dal pubblico servizio.

P.S. Sono madre anche io di un ragazzo di 14 anni che si chiama Federico. E in nome di tutti i Federico, di tutti i “calpestati” del mondo chiedo giustizia.  

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