Così come in Italia anche in Gran Bretagna questi sono stati giorni di elezioni amministrative.

Mentre in tutto il Regno Unito i Liberal Democratici ed i Conservatori hanno subito sonanti sconfitte a vantaggio del Labour, a Londra il Tory Boris Johnson è stato riconfermato sindaco a danno del laburista Ken Livingstone.

E’ dunque Londra l’ultimo baluardo conservatore nella terra dell’Albione? Oppure sono altre le ragioni che hanno portato alla rielezione di Boris?

Ad esempio: che effetto può avere in una città in cui ogni giorno tre milioni di persone usano la metropolitana se uno dei due giornali distribuiti gratuitamente (nonché l’unico disponibile nel pomeriggio) sostiene subdolamente un candidato screditando il suo principale contendente? Mancanza di libertà di stampa in Inghilterra? Impossibile: queste  cose succedono solo in Italia e in qualche paesello dell’Est Europa!

Se vi dicessi che non è così? Nel 2009 l’oligarca russo Alexander Lebedev acquisì il London Evening Standard ed iniziò a distribuirne gratuitamente 600.000 copie al giorno nella Tube di Londra. Commentando la sua iniziativa, Lebedev sostenne di non voler far altro che garantire un’informazione libera ed accessibile a tutti. Un gentiluomo magnanimo insomma. Oppure no? Che abbia qualche interesse a sostenere i suoi amici in posizioni chiave della capitale inglese che da sola ha un prodotto interno lordo equiparabile a quello di nazioni come Svezia e Belgio (circa 600 miliardi di dollari annui)?

Forse Lebedev ha studiato storia contemporanea italiana e si dev’essere trovato d’accordo con quanto sostenuto da Licio Gelli negli anni ’60: “il vero potere risiede nelle mani dei detentori di mass media”.

Fatto sta che in marzo Lebedev ha accolto la richiesta avanzata da Boris Johnson di nominare la sua vecchia amica Sarah Sands come direttrice della testata. E allora ecco che negli ultimi mesi lo Standard ha iniziato la sua grande opera: fare rieleggere un sindaco Tory in un momento in cui persino le aree super conservatrici del sud-ovest britannico sono state conquistate dal Labour. Fare rieleggere un sindaco che in quattro anni ha aumentato il costo dei trasporti del 50% e che nel momento in cui Londra era devastata dai riots si rifiutò di tornare tra i propri cittadini preferendo rimanere in vacanza in Canada.

Come può essere stato possibile? Voi per chi votereste se la vostra maggiore (se non unica) fonte d’informazione, che per lo più si vanta di essere neutrale, ogni giorno pubblica in prima pagina titoli come: “Boris Johnson: la scelta giusta per Londra”; “I tagli ai trasporti di Ken condannati dalla City”; “Non bisogna essere Tory per votare Boris”, “104 business leader supportano Boris”?

In queste condizioni, è un miracolo che Livingstone sia riuscito ad ottenere il 40% (48.5% considerando le seconde preferenze) dei voti contro il 44% (51.5%) di Boris.

Anche il pacato Ken durante la “concession speech” ha fatto notare la grande importanza avuta dai media accusandoli di aver “ridicolamente e sistematicamente fornito false informazioni pro-Boris”. Molti sostenitori laburisti si sono accorti, forse un po’ in ritardo, della situazione e ora gridano la propria rabbia su twitternon è  una vittoria per i Tories, è  una vittoria per l’Evening Standard e per la loro sfrenata propaganda contro Ken”.

La mancanza di libertà di stampa non è un problema solamente italiano o ungherese: la berlusconizzazione dei media è un problema che si sta diffondendo in tutta Europa. Anche la Gran Bretagna non ne è immune e la rielezione di Boris Johnson a sindaco di Londra non è altro che un’ulteriore prova dopo gli scandali legati a Murdoch e BskyB.

Di Federico Guerrieri, Head of Programs, European Alternatives Londra

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