Lame spazzaneve accatastate dietro un centro anziani a Roma, quartiere San Saba. Servirebbero a ripulire le strade dalla neve. Basta agganciarle a un furgone dell’Ama (l’azienda che si occupa della spazzatura nella Capitale) e il gioco è fatto, in teoria. Invece no. Nei giorni del gelo, col traffico in tilt e le strade ghiacciate, le lame sono rimaste dietro una recinzione, sepolte sotto una coltre di neve. Nessuno le ha toccate. Né il sindaco Gianni Alemanno, che ieri sera straparlava di “strategia nordista per mettere in discussione Roma”, né l’Ama. L’azienda dei rifiuti sostiene in un comunicato che le lame a San Saba sono solo 14.
Ma le immagini riprese da ilfattoquotidiano. it e le foto pubblicate ieri sulle pagine romane del Corriere della Sera non mentono: gli spazzaneve sono molti di più. Secondo l’Ama, si tratta di mezzi fuori uso: “Avrebbero dovute essere montate esclusivamente su spazzatrici Sicas (acquistate anch’esse nel 1995), di cui 11 già dismesse dall’azienda perché obsolete e tre destinate solo allo spazzamento dei piazzali degli impianti aziendali perché non in condizione di erogare il servizio su strada in sicurezza”. Ma se parli con i tecnici dell’Ama, ti spiegano due cose.
La prima: quelle lame si possono facilmente adattare su spazzatrici diverse dalla Sicas. La seconda: anche se non in perfette condizioni, avrebbero comunque aiutato ripulire a le strade dalla neve e dal ghiaccio. In realtà, la toppa dell’Ama è peggio del buco. Perché se è vero che le lame non funzionano, allora si è sprecato denaro pubblico. Pale spezza-ghiaccio lasciate ad arrugginire per anni. Almeno da quando, nel 2005, la giunta capitolina guidata da Veltroni tolse all’Ama qualsiasi ruolo nella gestione dell’emergenza neve. “Le lame sono qui da almeno 10 anni”, raccontano al centro anziani di San Saba. Qui lo scaricabarile di Alemanno non è gradito. “Non c’è stata la volontà di usarle – dice una signora indicando il ‘ cimitero ’ dietro la recinzione –. Alemanno dice di aver fatto scorta di sale, ma forse l’ha messo nell’orata”.
Da Il Fatto Quotidiano dell’8 febbraio 2012, aggiornato da redazione web alle 8,20
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