Il Presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro

La Camera ha negato l’autorizzazione all’arresto di Nicola Cosentino, ma lui si è dimesso ugualmente da coordinatore del Pdl della Campania. Un segnale che indicava la volontà di rischiarare le ombre calate sul partito? Forse, di certo non c’è stato un riscontro altrettanto netto nelle norme per la successione del prossimo coordinatore. Infatti il segretario nazionale Angelino Alfano ha apportato una deroga al “Regolamento sulle incompatibilità” che consente di fatto la candidatura di Luigi Cesaro, attuale presidente della Provincia di Napoli per il Popolo delle Libertà, ma anche coordinatore nel capoluogo campano e parlamentare. Non solo: Cesaro, come Cosentino, è coinvolto nell’inchiesta su camorra, affari e politica che a dicembre ha portato in carcere oltre 50 persone, considerate vicine al clan dei Casalesi. E alla seconda richiesta d’arresto per l’ex coordinatore regionale.

Lo scorso 6 dicembre il segretario nazionale aveva inviato una lettera ai dirigenti del Pdl per specificare quali cariche istituzionali fossero incompatibili con quelle partitiche. Secondo quelle disposizioni Cesaro, che lo scorso novembre aveva promesso di non volersi ricandidare, non avrebbe potuto presentarsi al posto di Cosentino, perché la carica di coordinatore regionale era incompatibile con quella di presidente della Provincia. Fino al 19 gennaio, quando Alfano invia un’altra comunicazione – pubblicata in esclusiva da Dagospia – che riguarda “l’attuazione della seconda norma transitoria”. Viene modificato l’articolo 2: “Per quel che riguarda le incompatibilità dei Presidenti, dei membri della Giunta e dei Capogruppo del Consiglio Provinciale”, si legge nel documento, tali posizioni “saranno considerate compatibili con gli incarichi di Coordinatore o Vice Vicario Regionale, Provinciale o di Grande città. Sono escluse da tale deroga le Province autonome di Trento e Bolzano”. Tradotto: Cesaro potrà candidarsi per sedere al posto di Cosentino.

L’attuale Presidente della Provincia è stato coinvolto negli anni ’80 in un processo per collusioni camorristiche finito con l’assoluzione, ma sul quale incombono le frequentazioni, peraltro ammesse, con alcuni boss cutoliani. Poi le strade di Cesaro e Cosentino si incrociano sulle carte della Procura di Napoli lo scorso 6 dicembre quando quando il gip Egle Pilla firma l’ordinanza cautelare per l’ex coordinatore regionale, già a processo per concorso esterno in associazione camorristica. Cesaro viene indagato e coinvolto nell’inchiesta per un incontro con funzionari di Unicredit che dovevano assegnare un finanziamento a una impresa ritenuta espressione imprenditoriale del clan dei Casalesi, anche se, questa la sua versione ai magistrati, in quell’occasione si limitò ad accompagnare Cosentino. Nello stesso giorno Alfano spedisce la lettera sulle incompatibilità, che verrà poi reinviata modificata il 19 gennaio.

“Vale per noi il principio anatomico – aveva dichiarato il segretario lo scorso ottobre – basta con doppi, tripli e quadrupli incarichi. Umanamente siamo concepiti per occupare una sola sedia e chi con un solo posto vuole occupare tre sedie finisce per lasciarne due vuote e quindi non fare bene”. Ma la realtà potrebbe tradire le buone intenzioni e consentire a Cesaro di accedere alla carica di coordinatore regionale.

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