Il sottosegretario all’interno Alfredo Mantovano aveva rassicurato i cittadini che protestavano contro l’apertura della discarica di Chiaiano a Napoli: “ La camorra in questo momento aspetta, se va a finire male per lo Stato, sarà pronta con i propri camion a portare i rifiuti anche tossici”. Era il giugno 2008. Mantovano non sapeva che le ditte, ritenute vicine ai clan, si stavano già organizzando per la gestione della discarica e ben prima dell’assegnazione dell’appalto si dicevano certe dell’aggiudicazione. Il dato inquietante emerge dalle intercettazioni che questa sera saranno trasmesse durante un’inchiesta in onda su Rainews, realizzata da Giorgio Mottola e Nello Trocchia (ore 22.00) nell’ambito della trasmissione “L’Inchiesta” a cura di Maurizio Torrealta.
I proprietari della ditta subappaltatrice Edilcar parlavano delle particelle dell’area che sarebbero state destinate alla discarica e di quelle, invece, dove sarebbero sorti gli uffici. In un altro ascolto la ditta che avrebbe vinto l’appalto, la Ibi idroimpianti, chiariva che Chiaiano sarebbe stata gestita da loro. Le dinamiche della gara di appalto restano piene di ombre. La ditta vincitrice fu esclusa, la seconda si ritirò e a vincere fu la Ibi.
Oggi il sito di Chiaiano non riceve più rifiuti dopo la denuncia dei comitati di un possibile allargamento della discarica che Guido Bertolaso presentò come realizzata nella massima trasparenza. Dietro il business dei buchi, nonostante le rassicurazioni del governo, denuncia l’inchiesta video, il clan dei Casalesi e i Mallardo, padroni dell’affare rifiuti
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