E meno male che il segretario del Pdl Angelino Alfano si era tanto raccomandato di non esagerare, per non trasferire nel tesseramento lo scontro tra i leader e gli aspiranti coordinatori cittadini e provinciali. A Napoli e dintorni il suo appello è caduto nel vuoto. Nella Campania di Nicola Cosentino, che festeggia il sesto anno da coordinatore regionale a dispetto di inchieste e rinvii a giudizio per camorra e trame varie, il Pdl ha staccato ben 185.000 tessere e ha raccolto quasi due milioni di euro. Una fetta molto consistente del milione e mezzo di persone che in tutt’Italia avrebbe versato almeno dieci euro per iscriversi al partito di Berlusconi. Sulla genuinità e spontaneità della campagna di adesioni campana, si pronunceranno le varie commissioni di garanzia. Le cui maglie di solito, per usare un eufemismo, non sono strettissime.

Ma di fronte a certi numeri i sospetti sono inevitabili. Come sono stati raggiunti? Col consueto lavorìo dietro le quinte di parlamentari e capobastone locali. I soliti noti che da anni fanno il bello e il cattivo tempo nei territori. Luigi Cesaro. Nicola Cosentino, Edmondo Cirielli. Vincenzo Nespoli. Si racconta che a Sant’Antimo, feudo del presidente della Provincia “Giggino ‘a Purpetta’” Cesaro, le tessere azzurre erano così tante da riempire ben due pulmini, diretti a Roma col pieno di benzina poche ore prima della chiusura della campagna. “Ma quali pulmini” ha replicato stizzito Cesaro in un’intervista a Dario del Porto sulle pagine napoletane di Repubblica “un gruppo di giovani ha utilizzato un Doblò per trasportare le scatole. E solo perché serviva una vettura più capiente, altrimenti avremmo dovuto impiegare tre o quattro auto”. Cesaro è il signore delle tessere di Napoli. Col suo triplo ruolo di deputato, Presidente della provincia e coordinatore provinciale del partito dai tempi di Forza Italia, nonché fedelissimo del Cavaliere fino al punto di inserire in giunta una delle sue ‘pupille’, la ex billionarina Giovanna Del Giudice, Cesaro controllerebbe un pacchetto di circa 40.000 iscritti attraverso le adesioni raccolte dal suo gruppo sul territorio. Angelo Agrippa, giornalista del Corriere del Mezzogiorno molto informato sulle vicende in casa Pdl, disegna così la mappa del tesseramento dell’area Cesaro: 3000 iscritti riconducibili al consigliere regionale originario dell’isola d’Ischia, Domenico De Siano; 4000 a un altro consigliere regionale, Massimo Iannicello; 3500 alla parlamentare Giulia Cosenza; 4000 al capogruppo regionale Pdl Fulvio Martusciello, fratello di Antonio Martusciello, ex vice ministro di un vecchio governo B. e attualmente commissario all’Agcom; 1000 tessere sono riferibili al Responsabile sottosegretario all’Economia Bruno Cesario; 10.000 tessere, infine, farebbero capo a un ex finiano, il deputato Amedeo Laboccetta. Il variegato e variopinto gruppo ha un cavallo su cui puntare per il ruolo di coordinatore provinciale: il giovane sindaco di Pollena Trocchia, Francesco Pinto. Più complicata la corsa per il coordinatore della città di Napoli, dove Laboccetta dovrà vedersela con l’ex parlamentare e assessore regionale all’Urbanistica Marcello Taglialatela, detentore di un pacchetto di circa 7000 tessere e collocabile nello scacchiere nazionale vicino al sindaco di Roma Gianni Alemanno. Saranno decisive probabilmente le mosse di alcuni politici non collocabili in questo o quello schieramento cittadino, come il senatore Raffaele Calabrò, detentore di 5000 adesioni, dell’area di Gaetano Quagliariello, e il senatore Giuseppe Scalera, fedelissimo di Lamberto Dini, che vale 1000 tessere.

In provincia, si segnalano le 6000 tessere raccolte dal sindaco-deputato di Afragola Vincenzo Nespoli, in ambasce per la recente sentenza della Consulta che lo costringerà a lasciare uno dei due incarichi. Se dovesse rinunciare a quello di parlamentare, però, scatterebbe per lui l’esecuzione degli arresti domiciliari disposti nell’ambito di un’inchiesta per bancarotta fraudolenta sul fallimento di alcuni istituti di vigilanza, misura cautelare congelata per il diniego della Camera dei deputati. Chiudono l’elenco le duemila tessere del deputato nolano Paolo Russo, le tremila riconducibili al sindaco di Castellammare di Stabia Luigi Bobbio (ben 10.000 adesioni in tutto nella città delle Terme), le 5000 iscrizioni raccolte a Giugliano

A Salerno e provincia hanno aderito al Pdl 25.000 persone. E circa 22.000 lo avrebbero fatto grazie agli input del presidente della Provincia e deputato Edmondo Cirielli, padrone incontrastato del partito salernitano, un potere che nemmeno la ministra conterranea Mara Carfagna è riuscita a scalfire. In Irpinia circa 5000 tessere sono state raccolte intorno al presidente della Provincia e deputato Cosimo Sibilia e al consigliere regionale Antonia Ruggiero. Infine, Caserta e hinterland. Dove il Pdl è una cosa sola con Nicola Cosentino. Quindicimila iscritti e due uomini forti sul territorio, il presidente del consiglio regionale della Campania Paolo Romano (quasi 4000 tessere) e il consigliere regionale Angelo Polverino (3500 tessere).

Il governatore Pdl della Campania, Stefano Caldoro, era contrario all’apertura della campagna di tesseramento. In alcune interviste ha predicato la necessità di costruire un partito aperto, sul modello americano. Dichiarando: “L’organizzazione del consenso in un partito non si costruisce solo con le tessere, che possono essere un elemento di valutazione, ma occorre puntare a un modello moderno di partito nel quale il tesseramento sia un aspetto marginale”. Alla fine, però, si è iscritto anche lui.

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