I 27 omicidi così come le gambizzazioni che hanno insanguinato Roma dall’inizio dell’anno sono il segno della potenza criminale. “Le esecuzioni con modus operandi mafioso ( un terzo) – racconta Antonio Turri, referente Libera Lazio – vanno letti in una logica di riassetto, un tentativo di creare gerarchie, una nuovo modello organizzativo della criminalità sia romana che di importazione”. Libera, l’associazione contro le mafie, ha dedicato una giornata di riflessione alla Quinta mafia, la diffusione del crimine organizzato nel Lazio.

I dati sono inquietanti e raccontano di uno strapotere che non si batte con l’euforia propagandistica per qualche arresto, se non si è in grado di colpire i patrimoni, il 40% degli immobili confiscati restano inutilizzati perché sotto ipoteca. I beni finiti sotto sequestro elevano il Lazio a terra di investimenti e riciclaggio. Dal luglio 2010 a luglio 2011 sono stati sequestrati e confiscati beni mafiosi per 330 milioni di euro. Al 1 ottobre 2011 nel Lazio sono complessivamente 517 i beni confiscati alle mafie, di cui 404 immobili e 113 aziende. Soprattutto questo dato assume un peso importante visto che le aziende sottratte ai boss rappresentano l’8% del totale nazionale. Per Giuseppe De Matteis, questore di Frosinone: “C’è euforia repressiva di alcuni esponenti dello stato, non è vero che se arrestiamo tutti i latitanti abbiamo sconfitto la mafia. Abbiamo bisogno di colpire i patrimoni, le infiltrazioni nel tessuto finanziario, dobbiamo lavorare contro le mafie dove non sparano”. Luigi De Ficchy, procuratore capo a Tivoli, per anni impegnato in indagini contro la Banda della magliana e mafie, parla di una presenza strutturale: ” Penso che è ora di finirla con gli artifici linguistici, le mafie stanno nel Lazio dagli anni ’80, sono più che radicate e coltivano le loro attività quelle visibili, tratta di esseri umani e droga, quelle meno visibili come il riciclaggio e gli investimenti”. Il Lazio nel traffico di droga è seconda solo alla Lombardia, seconda anche nelle operazioni bancarie sospette di riciclaggio.

Nel 2010 gli intermediari finanziari hanno trasmesso 5495 segnalazioni (15% del totale nazionale) di operazioni sospette di riciclaggio con un aumento dell’80% rispetto al 2009 (erano 3044). Non manca un quadro allarmante sul fronte della mafia degli incendi con i piromani in azioni, braccio operativo degli speculatori. Dal 2007 al 2010 sono andati in fumo 21.986 ettari (un’area grande come e più del XX municipio, il più esteso della Capitale). Il 50% degli ettari bruciati riguarda la Provincia di Latina. “I capi di questa quinta mafia — denuncia Libera – sono nostri corregionali, nati a Roma o nei centri del Lazio o da moltissimi anni qui residenti, hanno appreso e messo in pratica, negli anni, le strategie e i metodi dei vecchi boss”

Articolo Precedente

Sanità, lo spettro del San Raffaele
Sull’ospedale Idi di Roma

next
Articolo Successivo

Dalle ragazze di Arcore al senatore Sciascia
I mille bonifici di Silvio Berlusconi

next