Luigi de Magistris sindaco di Napoli ha ridato speranza ai cittadini umiliati e violentati dalle pessime scelte o non scelte di questi anni. Attorno a Luigi si è creato un entusiasmo e una voglia di partecipazione e di protagonismo che mancava da troppi anni,

E ora c’è grande attesa per il tema dei rifiuti, che ha catalizzato l’attenzione mediatica, non solo nella città partenopea, sulle cause e sulle possibili soluzioni. Napoli è una città dalle mille contraddizioni, dagli innumerevoli problemi, ma in questo momento la priorità è la pulizia della città, la rimozione dei rifiuti, la soluzione definitiva del problema. La percezione è che i napoletani vogliano cancellare questa macchia che ha caratterizzato in negativo l’immagine della città nel mondo, oltre a renderla invivibile nella quotidianità.

Quello che in gran parte delle città europee è una normale ed ordinaria gestione, a Napoli , da vent’anni, è una “emergenza”. La cricca che ha tenuto sotto schiaffo la città per tanti anni oggi deve essere sradicata. Il sistema corrosivo fatto di camorra, politica e impresa con la complicità, spesso, degli organi di controllo che non svolgevano il proprio dovere, oggi può essere messa al bando.

Le scelte strategiche che sono alla base del programma del sindaco possono rappresentare un segnale di straordinaria importanza in questa direzione. Il partito trasversale dei rifiuti, che ha proposto solo discariche e inceneritori, è stato sconfitto, e oggi si riparte dalle indicazioni più avanzate che vengono dalle migliori esperienze italiane ed europee. Si capovolge finalmente la piramide, rendendo centrale la riduzione dei rifiuti, la raccolta differenziata, il recupero di materiali e soprattutto realizzando gli impianti per il trattamento della frazione umida. E’ utile ricordare che le gestioni commissariali, negli ultimi dieci anni, hanno sperperato 8 miliardi di euro e ci sono 3 miliardi di debiti giacenti, con i rifiuti per le strade e nessun impianto di compostaggio realizzato.

Le prime cose da fare apriranno uno scontro con i poteri forti. In particolare il no netto e chiaro all’inceneritore di Napoli est aprirà un conflitto con la Regione e la Provincia della triade Caldoro-Cosentino-Cesaro. Un affare da 450 milioni di euro, una gara avviata con condizioni favorevoli solo per il gestore e condizioni capestro per il Comune, che sarebbe costretto a garantire quantità di rifiuti elevate per 20 anni con un costo pari al doppio di quello che attualmente si paga all’impianto di Acerra. Non sfugge che mettere in discussione questo bando di gara, chiederne la revoca, e presentare un piano alternativo metterà in crisi il “sistema” degli affari.

Ma oggi è possibile perché c’è una grande sensibilità popolare, una cittadinanza attiva e un sapere diffuso sul tema dei rifiuti, che saranno i migliori alleati per sconfiggere la mala pianta che ha tenuto sotto schiaffo la città. Le prime mosse del nuovo governo cittadino renderanno chiaro che a Napoli parte una grande sfida contro le lobby degli inceneritori e del potere criminale delle discariche, attuando quella rottura con il recente passato e guardando con entusiasmo e fiducia alla nuova era che si apre con Luigi de Magistris.

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