“In Libia ci sono un milione e mezzo di clandestini: in questi giorni stanno scappando verso ovest e verso est ma mi aspetto che in futuro possono andare anche verso nord”. Roberto Maroni ha relazionato sulla situazione in Libia durante l’audizione alle Commissioni congiunte Affari costituzionali ed Esteri di Camera e Senato. Il ministro dell’Interno si è detto fortemente preoccupato dalla crisi che potrebbe degenerare e “portare ad una situazione simile a quella dell’Afghanistan o della Somalia. E’ un rischio grave e reale e mi auguro che la comunità internazionale dica la sua”.

“Secondo la nostra intelligence – ha aggiunto – c’è un’ attività di associazioni vicine ad Al Qaeda nel Maghreb che mirano a fare proselitismo e l’Europa non può solo minacciare sanzioni, serve un piano straordinario di intervento, una sorta di piano Marshall che possa consentire uno sviluppo economico a quei paesi”. Gheddafi, ha aggiunto Maroni, “era dato per finito ma sta resistendo; la struttura della società è fondata sulle tribù e c’è una situazione di stallo che nessuno può prevedere quando si risolverà, in un senso o nell’altro”. E ha insistito: “Il rischio che instabilità favorisca infiltrazioni del terrorismo internazionale è reale”.

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E a Berlusconi dice: “La Libia sono io”

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