“Il Pd prenda una posizione sulla vertenza Fiat”. Era il messaggio che stamane in conferenza stampa aveva lanciato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, prima dell’incontro con il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Vi era stata anche una battuta semiseria del segretario del settore auto della Fiom, Giorgio Airaudo che, sulla scia delle polemiche degli ultimi giorni con il Pd, aveva detto: “Cambiano idea spesso, tanto fanno sempre in tempo a cambiare”.

Ma il segretario del Partito democratico ha deluso le aspettative della Fiom. “Il partito ribadisce la sua posizione netta e chiara – dice Bersani – si deve rispettare l’esito del referendum e si deve mettere mano urgentemente a regole di rappresentanza che garantiscano sia l’esigibilità degli accordi che i diritti individuali e i diritti sindacali di chi dissente”.

Una posizione comune, almeno questa volta nel Pd, a quella di Massimo D’Alema che ha dichiarato: “Il Pd non partecipa al referendum dei lavoratori che giudicheranno l’accordo. Noi – ribadisce – siamo favorevoli al programma di investimenti della Fiat ma crediamo che ci debba essere anche un patto sociale per lo sviluppo del Paese”.

Identica linea quella adottata da Walter Veltroni: “La soluzione utile alla vertenza è quella che verrà dal referendum dei lavoratori e – dice l’ex segretario del Pd -, come io spero, dalla responsabilità della Fiat di non portare a compimento lo strappo che vuole realizzare e che è inaccettabile, cioè la richiesta che la Fiom non partecipi più alla gestione del contratto”.

Dichiarazioni a distanza di poche ore dalla conferenza stampa indetta dalla Fiom nella propria sede nazionale a Roma. “Il 28 gennaio ci saranno otto ore di sciopero generale – ha ribadito Landini – contro questo accordo vergognoso sottoscritto da Fiat con gli altri sindacati”. Landini ha poi elencato le iniziative ‘di lotta’ oltre lo sciopero generale: “Ci sarà – dice – una sottoscrizione insieme a studenti e altre categorie di lavoratori. E poi abbiamo stampato un opuscolo che distribuiremo a 5500 lavoratori davanti gli stabilimenti Fiat di tutta Italia. Per far capire – osserva – quale accordo è stato sottoscritto e quali diritti vengono violati”. Il segretario della Fiom aveva poi voluto rimarcare che “la vertenza sullo stabilimento Fiat di Mirafiori è ancora aperta e la partita può essere vinta e risolta positivamente”.

Ma l’ottimismo di Landini si scontra con quello dell’Ad Fiat, Sergio Marchionne. “Siamo fiduciosi – dice Marchionne – che l’aspetto razionale prevalga. Lasciamo fuori l’ideologia politica e facciamo qualcosa di buono per l’azienda e per i lavoratori come vogliamo fare a Mirafiori”. Poi l’Ad parla del referendum di Mirafiori: se ci sarà il 51% di sì “il discorsi si chiude, l’investimento si fa” se invece a Mirafiori vincesse il no per Marchionne “ci sono moltissime alternative. Venerdì scorso – dichiara da Detroit – ero in Canada a Brampton per lanciare il charger della Chrysler. Ci hanno invitato a investire e – continua – aumentare la capacità produttiva. C’è un grande senso di riconoscimento per gli investimenti che abbiamo fatto là. Stanno aspettando di mettere il terzo turno, trovo geniale che la gente voglia lavorare, fare anche il terzo turno” e poi va diretto su Landini “non voglio entrare in polemica con Landini perché non risolviamo niente, ma è impossibile discutere con qualcuno che considera qualsiasi cosa che facciamo illegittima. Considerano illegittimo finanche il referendum voluto dai sindacati. È un’iniziativa partita da loro e adesso persino quella è considerata illegittima. È sempre colpa della Fiat. Ci sarà pure qualcosa di legittimo?”. “Forse – conclude John Elkan, al posto dell’Ad – quello che stabilisce lui”.

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