L’energia è un tema cruciale. Per il nostro presente e per il nostro futuro. Come italiani e come abitanti di questo pianeta. E’ un tema che coinvolge e a volte scalda gli animi, come posso vedere leggendo i molti articoli, e i relativi commenti, presenti qui su ilfattoquotidiano o su altri siti.
Non sono un esperto di produzione energetica ed è anche per questo che leggo volentieri i vari articoli e i relativi commenti (spesso più interessanti del pezzo stesso). Ho bisogno di chiarirmi le idee e confesso che sono ancora in alto mare. Ho bisogno di numeri, di dati, e di uno scenario coerente per capire se investire nel fotovoltaico sia una follia oppure auspicabile. Se costruire una centrale nucleare, lasciando anche perdere la questione delle scorie, sia un controsenso economico, come dicono alcuni, o l’unica soluzione possibile, come sostengono altri.
Gli articoli che leggo (ovunque, non solo qui) sono però più spesso infarciti di aggettivi che di numeri. Utili magari per ribadire una posizione o vincere un confronto dialettico, ma che non mi aiutano a comprendere meglio l’argomento.
Ecco allora che mi sono messo alla ricerca dei numeri (lo sono ancora, ho appena iniziato).
Ho visto (sul web) due conferenze scientifiche che vi suggerisco di scaricare, quando avete un paio d’ore di tempo. Sono conferenze divulgative tenute lo scorso anno all’Università di Ferrara.
La prima è del Prof. Maurizio Cumo, appena nominato membro dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare Italiana, diretta da Umberto Veronesi. (Qui la versione flv visibile con VLC e qui quella mp4 con quicktime, di qualità inferiore, qui il pdf delle slides)
Si parla di centrali nucleari, di sicurezza, di scorie, di costi e dei vari tipi di reattori.
La seconda conferenza è del Dott. Nicola Armaroli, autore insieme a Vincenzo Balzani del bel libro divulgativo sull’energia “Energia per l’astronave Terra” (Zanichelli, 2008), vincitore del premio Galileo.
Si parla di energia nucleare e di energie rinnovabili. (Qui la versione flv visibile con VLC e qui quella mp4 con quicktime, di qualità inferiore, qui il pdf delle slides)
Sarebbe bello, anche se so che spesso si ha poco tempo a disposizione, che i commenti a questo post venissero DOPO aver visto le due conferenze, per commentarle.
I numeri, dicevo. Sono convinto che si debba partire dai numeri e dai fatti accertati per discutere di energia, come di altri temi a forte componente scientifica. Le altre considerazioni, politiche, economiche, etiche etc., non possono prescindere dai fatti e dalle leggi fisiche che, volenti o nolenti, regolano questo universo.
Le due conferenze mi hanno fornito alcune parziali risposte. Non ho motivo di dubitare dell’accuratezza dei dati presentati nelle due conferenze. Come dovrebbe sempre accadere nelle discussioni scientifiche, si deve partire da dati accertati e condivisi da tutti. Casomai, come in questo caso, è sulle interpretazioni dei numeri, o sul loro impatto che, anche gli scienziati, possono avere delle posizioni diverse.
Ho imparato che una centrale nucleare da 1000 MW ogni anno produce 4 metri cubi di scorie ad alto rischio (di terza categoria). Nei 60 anni di vita di una centrale moderna questa produce qualche centinaio di metri cubi di scorie a lunghissima durata (più molte altre a vita più breve).
Ho imparato che per far funzionare una centrale nucleare da 1000 MW servono 25 tonnellate di combustibile. Una centrale da1000 MW a carbone ha bisogno invece di 2 milioni e mezzo di tonnellate di combustibile.
Ho imparato che se per assurdo volessimo produrre con il fotovoltaico il 100% del fabbisogno elettrico italiano (pari al 20% del fabbisogno energetico totale), in Italia avremmo bisogno di una superficie di 2400 km^2. Più o meno come la provincia di Piacenza. Questo ovviamente tralasciando altri problemi come la continuità della produzione.
Ho imparato che si spera di arrivare, in futuro, ad una efficienza di conversione per il fotovoltaico del 20%.
Ho imparato che le centrali attuali (III generazione avanzata) usano solo lo 0.8% del combustibile (perché questa è circa la percentuale di U235 presente). Quelle di IV generazione arriveranno al 70-80% perché i neutroni veloci trasformano l’ U238 in P239 fissile. Potranno usare, come combustibile, le scorie attuali. Purtroppo non saranno pronte prima del 2040.
Ho imparato che il petrolio non costa tanto. Un litro di petrolio costa meno di un litro di acqua in bottiglia.
Ho imparato che la percezione dei cittadini europei sul proprio consumo di energia è sbagliata.
Gli europei pensano che la maggioranza dell’energia “personale” sia utilizzata per elettrodomestici e illuminazione. Vengono poi il riscaldamento degli ambienti, l’acqua calda e l’auto.
In realtà noi usiamo più di metà della nostra quota energetica per riscaldare gli ambienti. Poi viene l’auto. Quello che invece pensiamo sia il ”maggior colpevole”, è solo all’8%.
Vi lascio con un ultimo video, tratto da una serie di conferenze organizzate da TED dal titolo “Il mondo ha bisogno dell’energia nucleare?”. Un dibattito veloce tra un proponente dellenergie alternative e un proponente dell’energia nucleare. Quest’ultimo è Stewart Brand, un ambientalista della prima ora che negli ultimi giorni ha fatto parlare di sé in Italia in occasione dell’uscita del suo libro “Una cura per la terra”
La ricerca dei miei numeri continua. A presto.