Dopo una mattinata di tensione a Giugliano, con blocchi dei camion da parte dei manifestanti, oggi è intervenuto anche il capo della Protezione civile Guido Bertolaso.  “L’emergenza a Napoli è di fatto risolta”, ha dichiarato a margine della cerimonia di commemorazione delle vittime del terremoto di S.Giuliano di Puglia. Richiamando l’impegno scritto del presidente del Consiglio, Bertolaso ha detto: “Abbiamo tranquillizzato i cittadini che erano preoccupati e dato risposte concrete ai cittadini di Terzigno, di Boscoreale e del resto dell’area vesuviana. Se ci sono ancora strascichi, in questi momenti, è solo per una serie di sovrapposizioni che c’erano state in quel territorio, ma che non riguarda Terzigno”.

Secondo il capo della Protezione civile, la rimozione dei rifiuti nelle strade di Napoli “va avanti”. “I malumori e le amarezze per certi interventi di queste ore – ha concluso – saranno dissipati entro domani, perchè la situazione ritornerà sotto controllo come lo era prima della vicenda di Terzigno”.

L’intervento di Bertolaso è arrivato dopo una mattinata piena di tensione a Taverna del Re, alla periferia di Giugliano. I manifestanti, alcuni anche a cavallo, hanno bloccato una colonna di autocompattatori carichi di spazzatura. La polizia ha cercato di formare un cordone a protezione degli automezzi, ma alcuni cittadini sono riusciti a infilarsi sotto un camion. Il traffico è rimasto così bloccato lungo la strada che dall’incrocio di Ischitella porta verso il mare. Poco dopo i manifestanti sono stati convinto da un funzionario di polizia ad abbandonare la protesta, permettendo ai mezzi di riprendere la marcia.

Gli sversamenti sono iniziati all’alba:  nell’impianto sono entrati una decina di autocompattatori, ma all’arrivo della seconda autocolonna, i manifestanti si sono messi davanti ai mezzi, bloccandone il passaggio. Da alcuni giorni i mezzi del comune di Napoli arrivano all’interno del sito del sito, ma i rifiuti vengono sversati in una piazzola a cielo aperto.  La zona è stato riaperta a seguito di un’ordinanza del presidente della Provincia Luigi Cesaro e dovrebbe accogliere oltre diecimila tonnellate di rifiuti, ma l’accesso è consentito per ora solo ai mezzi provenienti da Napoli (dove ci sono ancora molti cumuli di spazzatura), mentre alcuni comuni della provincia, fra cui Giugliano, continuano ad affogare nei rifiuti. A scatenare la rivolta, l’esistenza di un impegno che stabiliva che il sito, che accoglie oltre 6 milioni di tonnellate di spazzatura, non avrebbe più riaperto i cancelli.

Anche a Terzigno è stata una notte impegnativa. I manifestanti radunati alla rotonda di via Panoramica, la strada di accesso alla discarica, non hanno gradito l’intesa raggiunta tra i sindaci e il premier Berlusconi. Il documento, sottoscritto in prefettura a Napoli, è stato letto al megafono e accompagnato da grida di dissenso in particolare per quanto riguarda la riapertura di cava Sari, fonte di gravi disagi per le popolazioni a causa dei miasmi e dell’inquinamento ambientale. Gli ultimi dati disponibili, a maggio 2009, avevano evidenziato la presenza di una serie di elementi inquinanti. Dopo la chiusura a tempo determinato per le analisi necessarie, i controlli nell’aria, gli interventi per l’eliminazione dei cattivi odori e del percolato, la cava accoglierà, secondo l’intesa, solo la parte secca dei rifiuti provenienti da 18 comuni dell’area vesuviana. I manifestanti, però, non sono d’accordo e confermano per sabato pomeriggio una nuova mobilitazione, con l’arrivo alla rotonda di via Panoramica di quattro cortei provenienti dalle diverse città del Vesuviano: “È un momento di lutto per le popolazioni del territorio – spiegano – non possiamo fermare la protesta in attesa di risultati concreti che dimostrino il rispetto del bene pubblico”. “Noi vogliamo che l’esclusione della discarica dalla cava Vitiello diventi legge senza se e senza ma, ma pretendiamo anche il blocco immediato e la bonifica della discarica in cava Sari“, spiega il Movimento per la difesa del territorio dell’area vesuviana.

Articolo Precedente

Quando il governo diceva
“Chiudiamo Taverna del Re”

next
Articolo Successivo

Abbandono di minore

next