Il Senato brasiliano ha approvato l’impeachment di Dilma Rousseff con 55 voti favorevoli e 22 contrari: per l’approvazione era necessaria la maggioranza semplice. Ad annunciare l’esito della votazione è stato il presidente del Senato, Renan Calheiros, dopo una maratona durata oltre 20 ore. Ora la presidenta verrà sospesa per 180 giorni, durante i quali verrà sottoposta alla procedura di messa in stato si accusa per aver manipolato i conti pubblici per nascondere all’opinione pubblica il crescente disavanzo di bilancio. Accuse che Rousseff ha sempre respinto. Il vice presidente brasiliano, Michel Temer, ha giurato ed ha assunto l’interim della presidenza, dopo che Rousseff aveva lasciato il palazzo presidenziale di Planalto circondata da migliaia di sostenitori. Il Brasile si avvia così a ospitare le Olimpiadi senza un capo dello Stato eletto.

“E’ un golpe – ha scritto sulla sua pagina Facebook il capo di Stato – senza riuscire a identificare il reato commesso, il Senato federale ha deciso di allontanare la presidente Dilma e proseguire l’impeachment”. E poi ha chiamato i suoi alla mobilitazione: “Dico ai brasiliani che si oppongono al golpe: mantenetevi mobilitati, uniti e in pace, perché la lotta per la democrazia è permanente, non ha data per terminare”. “Più una parola si avvicina alla realtà che si vuole nascondere, più è grande il disagio che il suo uso comporta”, si legge nel post, che cita l’avvocato generale dell’Unione José Eduardo Cardozo, il quale “ha ricordato che si stanno usando pretesti legali per sollevare dal potere una presidente legittimamente eletta in una ingiustizia storica”.

Dopo il voto, con un decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, Dilma ha rimosso dall’incarico i ministri del suo governo: in cima alla lista c’è l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva, designato ad aprile alla Casa civile ma mai arrivato a ricoprire l’incarico per decisione della Corte suprema, che aveva sospeso la nomina.  Il vice presidente Michel Temer ha assunto l’interim subito dopo la notifica alla presidente dei risultati del voto da parte della Corte suprema. Come primo atto, Temer terrà un discorso alla Nazione in diretta tv alle 15 (le 20 in Italia) dal palazzo presidenziale di Planalto, in compagnia del ministro delle Finanze indicato, l’economista Henrique Meirelles, ex governatore della banca centrale.

Il decreto è l’ultimo firmato dalla presidente e ufficializza anche la destituzione dei consiglieri. Rousseff ha ricevuto la notifica ufficiale della decisione del Senato e a quel punto la sua sospensione è diventata effettiva. Potrà tornare a ricoprire l’incarico di presidente solo se sarà assolta nel processo che inizierà alla Camera alta. Se sarà invece destituita in modo definitivo, Temer concluderà il suo mandato sino al primo gennaio 2019.

La maggioranza di 55 sì  e 22 no con la quale il Senato si è espresso rappresenta per la presidente brasiliana una cocente sconfitta. La sospensione della Rousseff mette temporaneamente fine a 13 anni di governo di sinistra del Partito dei Lavoratori, sempre più impopolare tra gli elettori brasiliani a causa della crisi economica e dei legami con il gigantesco scandalo della corruzione che vede coinvolta l’azienda petrolifera di stato Petrobras.

Un gruppo di deputati di sinistra, guidato dal PT, ha annunciato l’ostruzione sistematica a tutti i progetti di legge che potranno essere proposti al Congresso dall’eventuale governo Temer. “Ciò che Temer propone per il Paese è un’agenda neoliberale, conservatrice, che toglierà diritti, ma i deputati del PT saranno in prima linea nella lotta per impedire qualsiasi passo indietro”, ha dichiarato in conferenza il portavoce del partito alla Camera bassa, Afonso Florence, dopo un incontro con deputati di altri partiti alleati a Rousseff.

Migliaia di persone sono scese in piazza a Brasilia, dove la polizia ha arrestato un uomo sospettato di aver lanciato pietre contro gli agenti, durante scontri con la polizia e i dimostranti contrari all’impeachment. I disordini, in cui i poliziotti hanno lanciato gas lacrimogeni, si sono verificati mentre al Senato era in corso il dibattito sulla messa in stato d’accusa, hanno dichiarato fonti ufficiali. Secondo il calcolo delle forze dell’ordine, nella Spianata dei ministeri si sono radunati circa 5mila manifestanti pro Rousseff e altri 4mila che chiedevano il suo impeachment, divisi da una barriera.

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