L’ipotesi che Salah Abdeslam stesse preparando nuovi attentati si fa sempre più concreta: nell’appartamento di Rue du Dries sono infatti stati trovati alcuni detonatori che si aggiungono al kalashnikov e agli 11 caricatori trovati nel covo nel corso della prima irruzione degli agenti, insieme a una bandiera dell’Isis e un libro sul salafismo.

Il ricercato numero uno degli attentati di Parigi, parlando per la prima volta dopo l’arresto del 18 marzo, ha detto: “Sono contento che sia finita. Non ne potevo più…”.Parole confermate anche dal suo avvocato, Sven Mary, che a Radio 1, ha raccontato che il suo assistito si è sentito “sollevato” che la “caccia fosse finita”.

Al momento Salah resta nella sezione di massima sicurezza del carcere di Bruges, dove è detenuto in isolamento, in attesa del prossimo interrogatorio previsto per mercoledì. Per il momento, il terrorista non ha nessuna intenzione di collaborare con la giustizia francese: al contrario continua a essere intenzionato a opporsi all’estradizione chiesta dalla Francia e in cambio ha manifestato l’intenzione di collaborare invece con gli inquirenti del Belgio.

Intanto lunedì mattina la polizia belga ha identificato il secondo sospetto terrorista in fuga dopo il blitz della polizia nel quartiere di Molenbeek, oltre a Mohamed Abrini. Si nascondeva finora dietro l’identità di Soufiane Kayal, si tratta invece di Najim Laachraoui, per il quale è stato emesso un mandato d’arresto. I due si nascondevano insieme con il responsabile numero uno delle stragi di Parigi, Salah Abdeslam, catturato dopo il blitz anti-terrorismo in Belgio. Najim Laachraoui, nato il 18 maggio 1991 era partito per la Siria a febbraio 2013 ed era con Salah, in una Mercedes in affitto, quando furono fermati il 9 settembre 2015, due mesi prima degli attentati di Parigi, alla frontiera tra Ungheria e Austria assieme a Mohammed Belkaid, l’uomo ucciso nel blitz della polizia.

Abrini, 31 anni, è invece considerato uno dei responsabili della logistica degli attentati del 13 novembre. La sera del 10 era in macchina a Parigi assieme a Brahimi Abdeslam, fratello di Salah che si farà poi esplodere al caffè Voltaire. L’auto, una Clio nera, verrà ritrovata nel XVIII arrondissement dopo gli attentati. Il 10 i due tentano di affittare un appartamento dove poter assemblare i giubbotti esplosivi, ma non hanno i mezzi di pagamento richiesto e tornano a Bruxelles. L’11 novembre Abrini e Salah Abdeslam vengono ripresi insieme dalla telecamera di una stazione di servizio francese e successivamente affittano l’appartamento ad Alfortville destinato al gruppo dell’attacco al Bataclan. Secondo gli inquirenti, Laachraoui e Belkaid erano insieme a Bruxelles quando arrivò loro il messaggio sms “siamo partiti, si comincia” inviato dal commando del Bataclan la notte degli attentati.

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