L’Italia è tra i Paesi in cui si tengono meno persone dietro le sbarre per reati finanziari. Solo 228 detenuti, lo 0,6% della popolazione carceraria, sono stati condannati con sentenza definitiva per reati che vanno dal riciclaggio all’insider trading al falso in bilancio, oltre a corruzione e reati contro la pubblica amministrazione. In Germania il dato è dell’11%, in Spagna del 3,1, in Gran Bretagna dell’1,9 per cento. Sono alcuni dei dati, registrati all’1 settembre del 2014 sulla popolazione carceraria, finiti nell’indagine Space commissionata dal Consiglio d’Europa all’Istituto di criminologia e diritto penale dell’Università di Losanna. L’indagine, condotta dal professor Marcelo Aebi e da altri due docenti, è un sondaggio che contiene informazioni provenienti da 50 su 52 amministrazioni carcerarie nei 47 Stati facenti parte del Consiglio d’Europa.

Anche dell’Italia, dunque, che si posiziona all’undicesimo posto per sovraffollamento delle carceri dopo Ungheria, Belgio, Grecia, Albania, amministrazione statale della Spagna, Francia, Slovenia, Portogallo e Serbia. In media, in tutta Europa, stando ai dati dell’indagine dell’Università di Losanna ci sono 124 detenuti ogni 100mila abitanti. Un numero che è diminuito del 7% rispetto al 2013, quando si stimavano 133,4 detenuti ogni 100 mila abitanti. La media dell’età è 34 anni, cifra rimasta invariata rispetto al 2013 ma anche al 2012.

In Italia ci sono 54.252 detenuti, di cui il 95,7% sono uomini, il restante 4,3% donne (2.308 in tutta la penisola). In cella ci sono 119,5 detenuti ogni 100 posti. Ossia 9 metri quadri per persona. Per lo più, nella Penisola, si finisce in carcere per reati legati alla droga: si tratta del 34,7% dei casi, la quarta percentuale più alta tra i 47 Paesi considerati. L’indagine Space conta 6.513 sentenze definite per omicidio, 1.945 per stupro, 5.542 per rapina. Le condanne definite per droga ammontano a 1.245, 56 quelle legate a fatti di terrorismo, 362 per organizzazioni criminali. Poche volte però si finisce in carcere per reati finanziari, che nelle tabelle dell’indagine dell’università di Losanna vengono identificati nella categoria “economic and financial offencies”: insider trading, falso in bilancio, aggiotaggio o fondi neri. Al primo settembre 2014, i detenuti con sentenza definitiva in carcere per reati di questo tipo rappresentano appunto solo lo 0,6% del totale della popolazione carceraria: 228 persone. Una cifra molto inferiore alla Spagna, con 1.789, alla Turchia, con 3.526, e al Regno Unito con 1.352 detenuti per questo tipo di violazioni.

Altro dato sul quale si è concentrata la ricerca dei professori dell’Università Losanna riguarda la percentuale dei suicidi in carcere. In Italia, nel 2013, ci sono stati 153 decessi. Di questi, 42 sono suicidi: il 27,5 %. Il numero è inferiore alla Francia, dove i suicidi rappresentano il 62% dei decessi in carcere, alla Germania (41%) e alla Russia (dove nel 2013 si contano 461 suicidi su 4200 decessi nelle celle russe). In generale, nelle carceri europee la media dei suicidi ammonta al 7,6 %. Una cifra ridotta rispetto al 2013, (11,2 %) e al 2012 (7,7%).

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